Lipofilling, ossia autotrapianto di grasso.
Da qualche anno in cima alla lista degli interventi più richiesti nella chirurgia plastica del viso per la sua capacità di correggere i difetti e attenuare i segni dell’età con naturalezza, può essere a ragione considerato come una delle nuove «star» della chirurgia estetica.
- «Il lipofilling ha un altro grande vantaggio: è un trattamento molto poco invasivo, che non richiede ricovero né convalescenza», spiega Marco Klinger, professore di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università degli Studi di Milano – Istituto Clinico Humanitas.
Il lipofilling per certi versi richiama i trattamenti con i filler, cioè quelle sostanze che vengono iniettate nella pelle, tra cui la più nota e utilizzata è l‘acido ialuronico. Ma garantisce risultati più duraturi poiché il grasso, ricco di cellule staminali adulte, innesca un processo di rigenerazione dei tessuti. «Almeno il 60-70% del grasso trasferito entra in modo definitivo a far parte dei tessuti in cui è stato iniettato», sottolinea Klinger.
- «Alla lunga, quindi, si può rivelare una soluzione più economica e più comoda rispetto all’acido ialuronico, che al massimo in 12-18 mesi viene completamente “digerito” dall’organismo».
Nel caso di un intervento di lipofilling, invece, una nuova operazione non si renderà opportuna, a seconda dei casi, se non a distanza di cinque, sette o dieci anni, quando cioè il grasso si ridurrà in modo fisiologico con l’avanzare dell’età. Inoltre, non bisogna temere reazioni, poiché si tratta di un semplice «trasferimento» del grasso già presente nel corpo.
Fonte: estratto da un bel servizio di Lucia Panagini su Ok Salute e Benessere, settembre 2016, con la consulenza del dottor Marco Klinger, professore di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università degli Studi di Milano
Fonte immagine: https://www.haquos.it/lipofilling/