L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), colloca l’emicrania al 12° posto per le donne e al 19° per gli uomini, nella classificazione dei disturbi che provocano disabilità.
Secondo uno studio condotto all‘Università di Padova, illustrato da Carlo Lisotto (Centro Cefalee di Pordenone) al congresso della Società Italiana di Neurologia di Rimini, i fattori scatenanti più frequenti sono in ordine decrescente: lo stress, le alterazioni del ciclo sonno-veglia, alcune metereopatie, irregolarità nei pasti e alternanza tra periodi di lavoro intenso e momenti di stacco.
Fra le terapie innovative si fanno strada la stimolazione magnetica transcranica; tecniche sperimentali che utilizzano campi magnetici attivi in alcune aree del cervello.
In materia di farmacologia un intero simposio è stato dedicato ai triptani e alla possibilità di personalizzare la terapia dell’attacco emicranico.
Altre letture hanno riguardato la farmacologia del dolore e l’impianto della tossina botulinica per l’emicrania cronica.
Uno sguardo al futuro è venuto da una sessione che ha illustrato le linee guida sulle terapie non farmacologiche e, le potenzialità di terapie come la sollecitazione del nervo occipitale, le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva, la terapia manuale, le metaterapie, la dieta e l’omeopatia.
Per ultimo, dagli specialisti è venuto l’auspicio affinché il Ministero riconosca la cefalea cronica come malattia sociale.
Sintesi dell’articolo di Alessandro Malpelo
Fonte: La Nazione, 29 ottobre 2012
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