Dalla platea al palco il passo è breve: ballare, cantare e recitare possono aiutare ad affrontare la malattia con il sorriso. Per questo al centro di riabilitazione oncologica Ispo-Lilt di Firenze 19 donne affette da tumore si sono trasformate in ballerine di burlesque.
«Alcuni stili di ballo come il tango stanno trovando applicazione nei malati di Alzheimer», spiega Gaetano Oliva, docente di storia del teatro all’Università Cattolica di Milano.
«Per i bambini invece studiamo laboratori di narrazione. Al Centro Gulliver di Varese, qualche anno fa, sperimentammo la teatroterapia su giovani ragazze affette da Hiv: nel periodo del laboratorio teatrale, i loro parametri sanguigni migliorarono. Tutti possono trarne beneficio: non servono requisiti particolari né una forte motivazione. Ciascuno ha una propria poeticità, un modo unico di esprimersi, ma non sempre riesce a tirarlo fuori. Prendere coscienza di come può muoversi il proprio corpo e di cosa si è in grado di esprimere con la voce è di grande aiuto per tutti. L’efficacia dell’educazione alla teatralità è stata riconosciuta anche dal Ministero dell’istruzione».
Fonte: tratto da un bel servizio di Roberta Camisasca, su Ok Salute e Benessere, settembre 2016
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