Entro una decina di anni potremo combattere la pancetta grazie a diete personalizzate – per esempio, attraverso un maggior consumo di fibra o di probiotici – e alla prescrizione di eventuali integratori, a partire da quelli di omega 3 in funzione della composizione della specifica flora batterica di ognuno di noi.
Merito di uno studio pubblicato su Nature Genetics e condotto presso il King’s Colege di Londra, ma firmato dalla scienziata italiana Cristina Menni, che, analizzando per la prima volta le sostanze chimiche prodotte dai batteri intestinali (il microbiota), ha scoperto come l’accumulo di grasso sulla pancia sia colpa dell’interazione tra i batteri in questione e le molecole da loro rilasciate in risposta al cibo ingerito a seconda del regime alimentare adottato.
Nel frattempo, un’altra ricerca sul microbiota, condotta dalle università romane di Tor Vergata, Sapienza e dal Policlinico Gemelli e pubblicata sul Journal of Transactional Medicine, ha evidenziato come proprio i probiotici contribuiscano al dimagrimento (e alla diminuzione dell’ansia).
La sperimentazione è avvenuta su persone sia sane sia affette da patologie degenerative alle quali è stato somministrato un integratore con 120 miliardi di probiotici composti da otto ceppi batterici ed è risultato, in assenza di dieta, un calo di peso e una riduzione di tessuto adiposo.
Fonte: un bell’articolo tratto da Ok Salute e Benessere, luglio/agosto 2018
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