Dai 3 ai 5 anni si dovrebbe, infatti, lasciare spazio alla scoperta e alla creatività, niente di troppo serio e impegnativo.
Pian piano i ragazzini saranno, invece, pronti per sport più complessi, che si basano su qualità individuali: coordinazione del corpo, sincronizzazione neuromotoria, correre o lanciare oggetti.
E quanto – tra i 6 e i 9 anni – la motricità e l’equilibrio aumentano, si apre la strada delle attività organizzate: sempre con poche regole, divertimento e moderata competizione.
Anche in questa fascia di età si punta sul gioco ed è fondamentale che gli istruttori riconoscano il bisogno di svago dei piccoli atleti, accentuando gli aspetti ludici in tutto ciò che fanno.
Fonte: La Nazione, 11 ottobre 2015
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