Con il termine shiatsu ci si riferisce a una pratica giapponese (shi significa dito e atsu vuol dire pressione).
«Si tratta di una tecnica, esclusivamente manuale, che prevede l’intervento con piccole pressioni del polpastrello e dei pollici su circa 700 punti del corpo: stimolati in questo modo, attivano particolari processi di autoguarigione che solo l’uomo possiede, spiega il dottor Fulvio Palombini, esperto reumatologo.
GLI OBIETTIVI
- In caso di dolore acuto il massaggio shiatsu punta ad alzare la soglia del dolore e disinnescare le eventuali reazioni infiammatorie.
- In caso di dolore cronico, oltre a lenire il dolore, l’obiettivo del trattamento è quello di ripristinare il movimento delle articolazioni.
- Il massaggio manuale si basa su pressioni esercitate in punti precisi con la pressione del polpastrello. «Tutta la forza del corpo dell’operatore viene scaricata su superfici molto piccole», chiarisce l’esperto Palombini.
- Il lavoro sull’innalzamento della soglia del dolore fa sì che i segnali dolorosi indotti dal mal di schiena arrivino in maniera attenuata.
LA FREQUENZA
- In caso di dolore cronico è di solito bene sottoporsi a 2 trattamenti la settimana per un periodo di 4-6 settimane. «Per quel che riguarda le patologie acute il numero di sedute necessarie è variabile. Un colpo della strega si può risolvere in una sola seduta; per agire sulle conseguenze di un colpo di frusta possono invece servire anche 5-6 sedute», chiarisce il dottor Palombini.
Fonte: estratto da un bel servizio di Francesca Solari su Vero Salute, 2/02/18