Quando il buio comincia a scendere l’organismo si predispone al relax: si attiva la melatonina, ormone che ha il compito di indurre il sonno, si riduce la richiesta metabolica, che determina un abbassamento della temperatura, il cervello entra in una fase «a basso consumo», i riflessi sono rallentati e la lucidità è al minimo.
Secondo una ricerca condotta al centro di neuromedicina dell’Università di Rochester (New York) e pubblicata su Science, il meccanismo di eliminazione dei rifiuti metabolici del cervello è estremamente attivo durante il sonno.
«Dallo studio è emerso che nel cervello esiste un sistema di smaltimento delle tossine, scorie tossiche generate in ogni tessuto e organo, e nelle ore notturne è dieci volte più efficiente rispetto al giorno», spiega Manfredini.
Questo è detto sistema glinfatico, in quanto operato dalle cellule gliali, e agisce per ripulire il cervello da rifiuti tossici come ad esempio la proteina beta-amiloide: una sostanze che, se non adeguatamente smaltita, si ritiene possa favorire demenza e Alzheimer».
Fonte: tratto da un bel servizio di Federica Sciacca, su Ok Salute e Benessere di maggio 2016 – con la consulenza del professor Roberto Manfredini, ordinario di Medicina Interna all’Università di Ferrara
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