Nei centri di senologia e di radiologia diagnostica si sta diffondendo una nuova tecnica per la diagnosi precoce del tumore al seno. Si chiama tomosintesi e rappresenta l’evoluzione hi-tech della mammografia digitale, alla quale aggiunge la terza dimensione.
- «Normalmente, l’esame mammografico viene eseguito in due proiezioni, frontale e obliqua», spiega il dottor Eugenio Paci, epidemiologico esperto di screening, autore del libro Mammografia: emozioni, evidenze e controversie nella diagnosi precoce del tumore al seno. «Con la tomosintesi, invece, la ghiandola mammaria viene “tagliata” in tante sezioni, in modo da analizzarla da diverse angolazioni e in tutto il suo spessore. Fatto che consente di meglio interpretare le alterazioni, come le microcalcificazioni, che potrebbero celare un tumore».
Va precisato che la mammografia digitale in 3 D non è ancora diventata un esame di primo livello.
Per ora, viene utilizzata per esigenze di approfondimento in caso di seni molto densi, che generano dubbi diagnostici. «Non c’è un protocollo definito nel suo utilizzo e non rientra ancora negli screening mammografici di routine», precisa il dottor Paci. «Ma si pensa che nei prossimi anni abbia uno sviluppo notevole, come esame prezioso per la diagnosi precoce del carcinoma mammario».
Fonte: un articolo di R.B. tratto da Starbene 5/09/17