«A chi avverte i sintomi tipici di un attacco di pressione alta, come mal di testa, stordimento, vertigini, ronzio o sibilo nelle orecchie e visione alterata, consiglio di non stare al freddo ma di mettersi in un luogo molto caldo. Non è vero che il caffè e il parmigiano fanno innalzare la pressione arteriosa e che l’aglio serve ad abbassarla, ma è vero che la liquirizia la fa alzare»…
«La pressione arteriosa non è un valore statico, che rimane stabile in ogni momento della giornata, ma è dinamica, varia in continuazione secondo l’attività fisica e mentale del paziente. È sufficiente muoversi, parlare animatamente, guidare l’automobile, persino fare alcune operazioni matematiche, perché si innalzi. L’importante è che non superi ripetutamente i valori di 140 di massima e di 90 di minima in uno stato di riposo, perché allora significa che il paziente soffre di ipertensione, cioè di pressione alta, un disturbo che consiglio di affrontare tempestivamente».
- Sono le parole del professor Maurizio Viecca, direttore del reparto di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera – Polo universitario Luigi Sacco di Milano e autore di numerose pubblicazioni sull’ipertensione arteriosa.
Professore, che cosa provoca la pressione alta?
«La pressione alta è classificata in due forme, essenziale e secondaria. Circa il 95 per cento dei pazienti è affetto da ipertensione essenziale: vuole dire che la loro pressione è alta senza evidenti cause mediche, senza sapere che cosa la scatena. Compare di solito negli uomini intorno ai cinquanta anni e nelle donne dopo la menopausa. Proprio per questo motivo la pressione alta è una malattia che si può curare ma dalla quale purtroppo non si può guarire».
E invece che cos’è l’ipertensione secondaria?
«Nel restante 5 per cento dei casi l’ipertensione è classificata così quando è provocata da cause individuabili, come l’assunzione eccessiva di liquirizia, l’uso di farmaci cortisonici o di vasocostrittori nasali, l’obesità oppure quando essa è causata da altre malattie
come l’anemia, alcune cardiopatie, disfunzioni ormonali e neoplasie. In questi casi è sufficiente eliminare la causa, quando possibile, per fare scomparire la pressione alta».
Fonte: estratto di una intervista di Roberta Pasero al professor Maurizio Viecca, direttore del reparto di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera – Polo universitario Luigi Sacco di Milano – tratto da Di Più, 10/10/16