Pericardite: riposo e farmaci per curare le forme non complicate!

La pericardite è un’infiammazione dei foglietti pericardici, vale a dire delle due membrane sierose che circondano il cuore a scopo protettivo, e che possono contenere normalmente al loro interno fino a 50 cm³ di liquido. Le membrane sono definite pericardio viscerale (interno) e pericardio parietale (esterno), mentre lo spazio tra le due è detto sacco pericardico.

CAUSE

  • Sono principalmente infettive, dovute a virus o più raramente a batteri, specialmente il mycobacterium tubercolosis, associati a infezioni da Hiv, oppure in concomitanza a malattie del tessuto connettivo come il lupus sistemico, l’artrite reumatoide, la sclerodermia e la dermatomiosite.

Altre cause importanti sono le esposizioni a radiazioni per la cura del cancro, i traumi e l’insufficienza renale cronica. In molti casi, però, non si riesce a risalire a una causa precisa, e si parla quindi di pericardite idiopatica, vale a dire senza apparente motivo.

Anche l’aria condizionata è teoricamente in grado di favorire l’insorgenza della pericardite, in quanto le perfrigerazioni possono predisporre il nostro organismo all’attacco di agenti infettivi, in particolare virus, soprattutto quando si verifica uno sbalzo improvviso di temperatura.

Per questo è importante non abusare del condizionatore durante la stagione calda.

SINTOMI

  • Il principale è un dolore toracico simile a quello dell’infarto, cioè al centro del torace, irradiato alla mandibola, al braccio sinistro e alla schiena. Ma a differenza di questo, aumenta marcatamente quando il paziente sta sdraiato, respira a fondo, inghiottisce o tossisce, mentre diminuisce quando sta seduto piegato in avanti.

Possono inoltre manifestarsi sintomi di un’infezione virale tipo influenza e, se c’è un importante sviluppo di liquido secondarlo all’infiammazione, può verificarsi un rilevante calo della pressione arteriosa.

Nei casi più gravi, fortunatamente rari, può insorgere il cosiddetto tamponamento cardiaco: il liquido, accumulandosi velocemente, comprime il cuore e gli impedisce di svolgere normalmente la sua funzione di pompa, comportando uno shock e, in mancanza di un intervento immediato, addirittura la morte.

DIAGNOSI

  • Si fa con un’accurata storia clinica, relativa alle caratteristiche del dolore e della frequente insorgenza di sintomi tipo influenza o malattia da raffreddamento, alla visita del paziente auscultando i tipici sfregamenti pericardici (vale a dire il rumore prodotto dai due foglietti pericardici infiammati che sfregano uno contro l’altro), all’elettrocardiogramma che mostra alterazioni tipiche, e all’ecocardiografia per visualizzare sia l’ispessimento e l’infiammazione del pericardio, sia l’eventuale presenza di quantità di liquido eccessivo all’interno della cavità pericardica.

TERAPIE

  • La terapia delle forme non complicate si basa sul riposo, sugli antipiretici e sugli antinfiammatori, che vanno proseguiti abbastanza a lungo poiché è possibile che, al momento della sospensione, si verifichi una recidiva dell’infiammazione: si utilizzano i farmaci antinfiammatori non steroidei e la colchicina, e solo nei casi più gravi il cortisone.

Va inoltre sempre affrontata la causa di base che ha provocato la pericardite. E nei casi più gravi è indispensabile il ricovero, soprattutto per scongiurare il pericolo di tamponamento cardiaco o almeno limitarne le conseguenze attraverso l’evacuazione del liquido mediante la puntura con un ago sotto guida ecografica.

 

Fonte: un articolo del dottor Alberto Margonato, Primario di Cardiologia Clinica e Terapia Intensiva Coronarica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – tratto da Ok Salute e Benessere, giugno 2018
Fonte immagine:  https://www.tuobenessere.it/pericardite-sintomi-cure/

 

 

 

 

 



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