Diventa rigida, tende a squamarsi e, nei casi peggiori, a segnarsi di ragadi profonde. Quando e perché l’epidermide si disidrata, come rimediare…
Freddo intenso, vento invernale o sole forte dei Caraibi hanno lo stesso effetto sulla pelle umana: la disidratazione, perché l’acqua trattenuta dalla pelle è direttamente proporzionale all’umidità dell’ambiente esterno.
Così il nostro guscio protettivo – l’epidermide – che tanto contribuisce alla difesa dagli agenti esterni e alla bellezza del corpo, perde elasticità, diventa coriaceo, tende a squamarsi, e nei casi peggiori, a segnarsi con ragadi anche profonde, la cosiddetta xerosi cutanea.
Sebbene appaia come un disturbo quasi banale, non è facile risolvere il problema né identificarne le concause che possono contribuire ad esacerbarlo.
Bisogna, infatti, considerare che la pelle è fatta a strati: nella profondità giace l’ipoderma, dove un fitto strato di cellule progenitrici lavora a ritmo continuo per produrre nuove cellule cutanee.
Questo strato profondo, la cui attività diminuisce con l’età, è fortemente influenzato da fattori di natura ormonale.
Quando nascono le cellule sono rotonde e paffute, piene d’acqua, poi vengono spinte verso l’alto come in un nastro trasportatore, verso gli strati intermedi (derma, ndr) e poi sempre più su verso la superficie, l’epidermide, dove si compattano in uno strato corneo e impermeabile, che impedisce l’ingresso e l’uscita d’acqua, e di qualsiasi altra cosa, da e verso l’interno.
Quest’impermeabilizzazione è dovuta alla forte componente grassa della pelle, lipidi.
Per questo la pelle secca si può dividere in due grandi categorie. La prima è quella davvero disidratata e il deficit interessa la componente idrica. Quando colpisce il viso, la pelle appare lucida, con pori dilatati e punti neri. Nel secondo caso la secchezza cutanea è dovuta a un’insufficiente secrezione di sebo, cioè alla mancanza di grasso.
La minore produzione di grassi cutanei rende la pelle più fragile e sensibile, soggetta a rughe e ad altri segni del tempo. Se interessa il viso, i pori appaiono ristretti e i punti neri sono rari, ma la pelle è spesso sottile e con rughe fini.
Queste caratteristiche sono esacerbate dalla carenza ormonale dovuta all’invecchiamento che rallenta il rinnovamento della pelle.
Quale che sia la causa, le creme a base acquosa sono del tutto inutili, dato che la pelle respinge ogni ingresso d’acqua.
Funzionano, invece, gli oli che contengono grassi affini a quelli della pelle, come omega 3 e omega 6, da frizionare sul corpo quando la pelle è ancora bagnata, o le creme a base grassa o micellare, che contengono cioè piccolissime sferette di grasso (le micelle) spesso riempite di vitamine e fattori idratanti, formulate specificamente per le varie parti del corpo.
Conservare l’elasticità
Breve vademecum per una pelle elastica e sana.
Fonte: “Pelle elastica e sana (come averla)!” un articolo di Barbara Bernardini, fisiologa, tratto da Nuovo Consumo, gennaio/febbraio 2020
Fonte immagine: Beautiful young girl with freckles cleanses her skin with … | Flickr
Pelle elastica e sana (come averla)!
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