Luc Montagnier
Nel giugno del 2002 i giornali di mezzo mondo pubblicarono la notizia di un integratore prodigioso che il virologo francese Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina, consigliò a Papa Giovanni Paolo II come rimedio per il morbo di Parkinson che da qualche anno lo affliggeva.
Papaia fermentata
Si trattava della papaia fermentata, ovvero un estratto del frutto acerbo prodotto mediante un processo fermentativo a opera di lieviti particolari, della durata di circa dieci mesi.
Da questo processo si sviluppano enzimi citoprotettivi (cioè che proteggono le cellule), che secondo Montagnier (lo dichiara tutt’oggi) hanno una potentissima azione antiossidante, anti-radicali liberi e immunomodulante (cioè rafforzante l’azione immunitaria dell’organismo), che permetterebbe di contrastare e rallentare il progredire di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer, oltre che il processo di invecchiamento in generale.
Studi scientifici sulla papaia
Da allora sono stati condotti diversi studi scientifici per accertare le proprietà di questa sostanza, ma i risultati, in molti casi incoraggianti, non devono indurre a facili entusiasmi.
- «La papaia, come molti altri prodotti vegetali, è ricca di preziose proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che risultano molto concentrate nella versione potenziata, reperibile sotto forma di integratore», commenta Vincenzo Marigliano, professore di medicina interna alla Sapienza Università di Roma.
«In caso, quindi, di patologie croniche a base infiammatoria (demenza, infiammazioni croniche, sindrome parkinsoniana da deficit vascolare) questo prodotto può essere affiancato alle cure mediche con buoni risultati, ma attenzione a non considerarlo come una panacea per tutte le malattie neurodegenerative, e tanto meno come un trattamento in grado di prevenirle».
Fonte: estratto da un bel servizio di Federica Schiavone su Ok Salute e Benessere, aprile 2019
Fonte immagine: https://www.alfemminile.com/cucina/papaya-come-si-mangia-s1886825.html