Gli oli essenziali sono sostanze pregiate estratte da fiori, semi, radici e frutti di oltre 90 specie di piante. La produzione avviene attraverso due metodi principali: la spremitura a freddo (usata solitamente per l’estrazione degli oli dalla buccia degli agrumi) oppure l’idrodistillazione in corrente di vapore.
Quest’ultimo processo consiste nell’immergere il materiale vegetale all’interno di un distillatore in cui viene fatto fluire del vapore acqueo, che rende le pareti delle cellule vegetali più permeabili. L’essenza che ne fuoriesce passa così nel vapore, che viene poi condensato e separato.
OCCHIO ALL’ETICHETTA Per riconoscere un olio essenziale di qualità bisogna leggere attentamente la sua etichetta, come spiega Massimo Labra, docente di botanica all’Università di Milano-Bicocca. «È meglio diffidare di quelle boccette anonime, senza specifiche, che spesso troviamo su alcune bancarelle, così come di quei prodotti importati che presentano indicazioni molto vaghe sulla provenienza. Consiglio di controllare sempre in etichetta se siano presenti il nome della pianta da cui è stato estratto l’olio essenziale e il luogo dove è stato prodotto, verificando se la filiera è lineare (cioè se il produttore ha anche coltivato la pianta) e se ci sono certificazioni di qualità produttiva, ad esempio nel caso di un prodotto biologico».
Fonte: un articolo estratto dal servizio di Elisa Buson, su Ok Salute e Benessere 2018
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