Questo studio danese ha seguito per oltre 13 anni più di 29mila donne e oltre 26mila uomini (età media: 56 anni per le donne, 55 per gli uomini), registrando il consumo settimanale di proteine animali, e cioè da carne rossa, carne lavorata, pollame, o da pesce magro o grasso.
- Il dato di consumo è stato poi associato al rischio di infarto cardiaco, aggiustando i risultati per tutte le variabili potenzialmente confondenti, come l’abitudine al fumo, l’uso di terapia estrogenica sostitutiva tra le donne, il BMI, il girovita, la sedentarietà, la presenza di ipercolesterolemia, ipertensione, diabete.
Al termine del follow-up si è osservato che la sostituzione di 150 g (una porzione) alla settimana di carne rossa (lavorata o meno) o avicola, o di pesce magro, con una porzione di pesce grasso, ricco di omega-3, comportava una significativa riduzione del rischio di infarto tra le donne.
La sostituzione di carne rossa, fresca o lavorata, con pollame o pesce magro non ha invece fatto rilevare alcun vantaggio; anche la sostituzione di carne lavorata con carne non lavorata non ha portato, negli anni, a riduzione del rischio di infarto miocardico.
Negli uomini si metteva in luce un’identica tendenza, che non risultava però statisticamente significativa.
- Queste osservazioni confermano l’efficacia preventiva dell’assunzione di pesce grasso, mentre suggerirebbero l’assenza di differenze tra le altri fonti proteiche (carni rosse o bianche, pesce magro, carni conservate) nell’effetto sul rischio coronarico.
24-03-2016 – uno studio di: Würtz AM, Hansen MD, Tjønneland A, Rimm EB, Schmidt EB, Overvad K, Jakobsen MU. Br J Nutr. 2016 Mar 7:1-8
Tratto da Nutrition Foundation Italia, trovi lo studio originale, anche in lingua inglese a questo link.