Nutrition Foundation of Italy: l’attività fisica mantenuta nel tempo riduce l’incidenza di eventi cardiovascolari!

Foto tratta da 31st European Rhythmic Gymnastics Championships – Minsk/BLR, May 1-3, 2015
L’attività fisica promuove salute anche in presenza di un rischio cardiovascolare elevato.

Questa volta, una conferma molto chiara emerge per il sesso femminile, grazie ai dati del Women’s Health Study che, nei primi anni ’90, aveva arruolato 27.536 donne di 45 anni e più, seguendole con monitoraggi cadenzati fino al 2013.

Le partecipanti sono state suddivise in gruppi, secondo il punteggio di rischio cardiovascolare a 10 anni, che viene calcolato considerando molti fattori di rischio associati, come, per esempio, età, BMI, abitudine al fumo, livelli della colesterolemia, valori pressori, presenza di diabete di tipo 2 o di familiarità per malattie cardiovascolari.

  • In parallelo, i ricercatori hanno registrato il livello di attività fisica di ogni partecipante, definendolo adeguato se pari (o superiore) a un dispendio energetico di 500 calorie a settimana, consumate camminando, facendo jogging, correndo, andando in bicicletta, praticando esercizi aerobici (ginnastica, danza), nuotando, giocando a tennis, ping-pong o squash, ma anche attraverso attività meno impegnative, come yoga, stretching, esercizi di tonificazione.

Associando i dati relativi all’attività fisica di routine con l’incidenza di malattie ed eventi cardiovascolari, i ricercatori hanno messo in luce che la pratica costante e adeguata di esercizio fisico si associava a una riduzione significativa (-27%) del rischio cardiovascolare complessivo in tutto il campione di donne esaminato; l’effetto protettivo risultava maggiore nei riguardi delle malattie coronariche (-36%) che dell’ictus (-22%).

Il beneficio di un’attività fisica costante e adeguata, inoltre, risultava più ampio, in termini percentuali e soprattutto in valori assoluti, tra le donne ad alto rischio: le donne a rischio cardiovascolare a 10 anni superiore al 10%, ma fisicamente attive, mostravano infatti un’incidenza di eventi indistinguibile rispetto a quella osservata tra le donne con rischio pari al 7,5-10% ma fisicamente inattive.

Una ricerca di: homistek AK, Cook NR, Rimm EB, Ridker PM, Buring JE, Lee IM. J Am Heart Assoc. 2018 Jun 12;7(12). pii: e008234. 06-07-2018

 

Fonte: Nutrition Foundation of Italy – a questo link, trovi l’articolo originale, anche in inglese.

 



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