Nutraceutica: estratti di piante e supplementi per la prevenzione!
Proteggere cuore e arterie, correggendo i valori del sangue non ancora alterati in senso patologico, è importante. Se dieta e l’attività fisica non bastano, opportuno ricorrere all’integrazione con queste molecole di origine naturale
Una società come la nostra chiede ai suoi cittadini di stare in forma. Per inseguire questo imperativo si è sviluppata la ricerca sui nutraceutici, estratti di piante o sostanze inorganiche, supplementi validi in chiave preventiva, antiossidanti, protettivi delle arterie, utili nel mantenere abilità psichiche cognitive.
Ne parliamo con Arrigo F.G. Cicero, presidente della Società italiana di Nutraceutica (Sinut).
Professore, perché è necessario tenere a freno parametri come il colesterolo?
«Per proteggere il cuore e le arterie, correggendo i valori del sangue non ancora alterati in senso patologico. Se la dieta e l’attività fisica non bastano, è opportuno ricorrere all’integrazione con queste molecole di origine naturale».
Erbe o prodotti chimici?
«Sono tutti ingredienti di origine naturale (sotto forma di compresse o bustine). Distribuiti in farmacia e titolati, con contenuti certificati. E vanno assunti sempre seguendo l’indicazione del medico».
Come agiscono?
«Un nutraceutico come l’estratto di riso rosso fermentato, ad esempio, regola la produzione di colesterolo a livello del fegato».
È come mangiare questo riso come pietanza a tavola?
«Sono cose molto diverse. Non si tratta qui di un alimento in quanto tale, il nutraceutico è ricavato da un procedimento complesso».
Altre sostanze utili allo scopo?
«Per restare nell’ambito del colesterolo, un’altra strategia punta, con i fitosteroli, a ridurre l’assorbimento intestinale della quota derivata dalla dieta e dalla bile».
Ma l’efficacia è comprovata?
«Da anni si è misurato scientificamente il rapporto di causa effetto. Ad esempio, sappiamo ormai cosa si produce nell’organismo umano somministrando proteine vegetali della soia. Il colesterolo si abbassa in modo sensibile».
Diabete, ipertensione, obesità e colesterolo sembrano legati a filo doppio.
«Effettivamente c’è un collegamento, e un discorso analogo si può fare con i nutraceutici per ottenere il controllo della pressione arteriosa, nella gestione del sovrappeso: spesso uno aiuta l’altro avendo più effetti positivi allo stesso tempo».
Quali altre malattie moderne si possono affrontare con l’impiego clinico dei nutraceutici?
«La sfida oggi è sulle malattie croniche, quelle che non si giovano dei farmaci. Al nostro recente congresso, il professor Cesare Sirtori ha mostrato come certe terapie antitumorali traggono benefici dai nutraceutici prescritti in ambito ospedaliero. Persino in adolescenti con autismo si è dimostrato come l’impiego dei nutraceutici può trovare un suo ambito di applicazione preventiva e terapeutica».
Purtroppo nel campo dei prodotti naturali ci sono anche tante leggende, speculazioni, e cure illusorie.
«Ed è per questo che abbiamo invitato Enrica Giorgetti, direttore generale Farmindustria, e Annarosa Racca, presidente Federfarma. Per prendere le distanze da un mondo che non ci appartiene, e mostrare come la nutraceutica sia oggi una scienza che si colloca in seno alla medicina».
Una sessione di studi l’avete dedicata alle artrosi.
«Abbiamo affrontato tanto la prevenzione delle affezioni articolari (con bromelina, glucosamina, condroitinsolfato, nell’artrosi del ginocchio) quanto la prevenzione dell’osteoporosi per poi affrontare il ruolo della vitamina D anche su organi diversi dall’osso».
L’elenco dei rimedi non si ferma qui…
«Dagli oli di pesce ai probiotici, abbiamo un ventaglio di sostanze collaudate da proporre come medicamenti. Anche a bambini, adolescenti, donne in età fertile che possono giovarsi di integratori senza ricorrere a farmaci».
Fonte: un articolo di Alessandro Malpelo su La Nazione, 19 giugno 2016
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