Ma le erbe officinali sono sempre utili ed innocenti?
Nemmeno per sogno.
Le piante per scopo curativo, se usate male, possono avere effetti collaterali, quindi, le cure con erbe non sono le terapie della nonna!
Ogni dieci farmaci che acquistiamo in farmacia, cinque sono di derivazione vegetale. I più potenti veleni derivano dalle piante, la ricina deriva dalla pianta del ricino ed è due volta più velenosa del cianuro.
Risaputo che il tristemente famoso napalm (micidiale incendiario usato in Vietnam), è un mix di naftene ed acido palmitico (derivato dall’olio di palma).
- Anche le erbe più tranquille, se usate male, possono fare danni, mai, ad esempio, dare una tisana di salvia ad un iperteso (visto il suo potere ipertensivo), utilissima, invece, (la salvia) nei disturbi menopausali, nelle infezioni delle vie urinarie e, secondo ultimi studi, nella profilassi del tumore al polmone del fumatore (grazie ad una molecola in essa presente chiamata carnosolo).
- Per l’ipertensione utile, invece, il Karcadè, un recente studio dell’Università di Boston dimostra come un uso continuo di questa pianta, possa fortemente abbassare la pressione arteriosa.
- Betulla e rafano sono importanti contro la colesterolemia elevata e per curare la steatosi epatica, se non si amano le tisana queste erbe si possono assumere in gocce.
Ma la pianta dei miracoli rimane senz’altro l’aloe.
Le sue applicazioni sono infinite, la più utile è quella per le gastriti ed ernia iatale; ma la più comune (e pochi lo sanno), è quella per uso locale: in caso di gengiviti, afte buccali, lesioni da dentiere, patologie emorroidarie e ragadi anali, decorticate un ramo della pianta di aloe e applicatela sulla zona infiammata. Il risultato è immediato ed eccezionale.
Sintesi dell’articolo del dottor Ciro Vestita – fonte La Nazione, 29 gennaio 2017
La redazione di Bellezza & Benessere consiglia il libro: La Vera Aloe: Il segreto del Benessere – di Luca Cancian