Vengono dall’Oriente e aiutano a combattere ansia, irritabilità e stanchezza. Dall’Astragalus alla rodiola, le piante adattogene che favoriscono il benessere.
- Difficoltà lavorative, problemi personali e malumori possono mettere alla prova l’organismo a tutti i livelli, fisico e psicologico. Ma il corpo umano possiede meccanismi fisiologici di autoregolazione attraverso i quali risponde ai cambiamenti dell’ambiente esterno e interno, riuscendo a mantenere una stabilità funzionale, definita omeostasi, che gli consente di adattarsi alle varie sollecitazioni.
Ma se gli eventi stressanti sono eccezionali, non previsti o si ripetono frequentemente, la capacità di risposta non risulta abbastanza efficace e questo equilibrio può essere alterato.
Per contrastare gli effetti negativi della tensione o prevenirne le conseguenze, la natura ci offre dei rimedi particolari: le piante adattogene. Originarie dell’Oriente, ben conosciute e utilizzate nelle antiche medicine, stanno riscuotendo sempre più attenzione anche in Occidente.
- Le più note sono ginseng ed eleuterococco, ma il panorama è ampio e comprende altre specie, ognuna con la sua personalità. Per esempio, dall’India arriva la whitania (Whitania somnifera): tonica e ringiovanente secondo l’ayurveda, aiuta chi ha difficoltà ad addormentarsi, attenua ansia e irritabilità, accresce potenza sessuale e fertilità, soprattutto quella maschile.
Altra pianta indiana è la bacopa (Bacopa monnieri), consigliata per aumentare concentrazione e attenzione quando la mente è affaticata e la memoria affievolita.
Le proprietà di astragalus (Astragalus membranaceus), invece, erano conosciute in Cina già nel 200 a.C.: favorisce il recupero dell’energia e aiuta quando lo stress altera l’efficienza del sistema immunitario provocando raffreddori frequenti, bronchiti, disturbi allergici.
La rodiola (Sedum roseum) è diffusa nei climi estremi della Siberia e il suo uso per dare forza e resistenza è riportato in testi tibetani del 300 a.C.. È utile nei casi di affaticamento e stanchezza muscolare, quando si è demoralizzati e giù di tono.
Fonte: un articolo di Marco Angarano su La Freccia Bio, speciale dedicato al Sana 2016