Migliorare la propria alimentazione aiuta a guadagnare in salute!
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È possibile stimare di quanto potrebbe allungarsi la speranza di vita se si mettessero in pratica le raccomandazioni che emergono da una lettura sistematica della letteratura nutrizionale (solo in parte recepite, vale la pena di ricordarlo, dalle linee guida internazionali sull’argomento)?
Ci hanno provato gli autori di questo articolo, che, sulla base di una raffinata modellizzazione matematica (e non quindi, cosa che sarebbe stato impossibile fare, sulla base di dati diretti) hanno stimato il possibile vantaggio, in termini di anni di vita guadagnati, associato a un miglioramento, totale, o anche solo parziale (“feasible”, in inglese) del pattern dietetico, in vari paesi del mondo e per persone di differente età.
La base di partenza del modello utilizzato è stata in larga parte rappresentata dai dati del progetto “Global Burden of Disease”.
I risultati ottenuti confermano che i miglioramenti di maggiore entità e ampiezza potrebbero essere ottenuti ottimizzando la presenza nel pattern alimentare degli alimenti che attualmente consumiamo in quantità inadeguata o insufficiente, piuttosto che dall’eliminazione degli alimenti che consumiamo invece in eccesso.
- Dei 10,4 anni di vita che una donna europea potrebbe guadagnare, iniziando a vent’anni di età ad ottimizzare il proprio pattern dietetico (l’effetto sarebbe un po’ maggiore, e pari a circa 13,7 anni nei maschi), la metà circa sarebbe attribuibile all’aumento del consumo di legumi (2,1 anni), dei cereali integrali (1,9 anni) e di frutta secca (1,6 anni).
All’estremo opposto, si potrebbero guadagnare 0,7 anni dimezzando il consumo di carne rossa, e altrettanti dimezzando quello delle cosiddette carni processate, mentre il vantaggio associato alla riduzione del consumo di bevande zuccherate emergerebbe solo per chi passasse da 500 ml al giorno a zero, e sarebbe pari a 1,1 anni.
Il vantaggio diminuirebbe naturalmente al crescere dell’età, fino a essere pari a circa 3,4 anni per un ottantenne, uomo o donna, che modificasse totalmente la sua dieta, e a 1,9 se si limitasse invece a una modificazione parziale.
L’articolo, nel suo complesso, pur essendo – è opportuno ricordarlo – uno studio di modellizzazione, sembra quindi confermare i concetti della cosiddetta nutrizione positiva, e cioè che la maggiore attenzione dovrebbe essere dedicata all’ottimizzazione del consumo degli elementi con effetti di salute favorevoli.
Una ricerca di: Fadnes LT, Økland JM, Haaland ØA, Johansson KA.
PLoS Med. 2022 Feb 8;19(2):e1003889. doi: 10.1371/journal.pmed.1003889.
Fonte: Nutrition Foundation of Italy – Qualunque miglioramento della propria alimentazione aiuta a guadagnare in salute a tutte le età (nutrition-foundation.it) (al link sopra trovi anche la versione in inglese).
Fonte immagine: wallpaperflare
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