«La sparizione dei neuroni non è una fatalità; il cervello è in grado di fabbricarne per tutta la vita».
È questa la straordinaria scoperta dell’équipe dell’istituto “Pasteur” di Parigi diretta dal professore di neurobiologia Pierre-Marie Lledo. Finora si credeva, infatti, che il cervello fosse incapace di rigenerarsi e, peggio ancora, che dopo i 25 anni iniziasse il suo declino, non facendo altro che perdere colpi.
- Invece no: gli scienziati parigini hanno, infatti, scovato due zone cerebrali, finora nascoste, piene di cellule staminali capaci di farci saltare in mente giovani neuroni. E mantenerci vispi per tutta la vita.
«Però questo luogo che pullula di vita deve essere coccolato — avverte Lledo – perché una persona stressata o depressa perde questa capacità rigenerativa».
Qualunque sia l’età, il titolo di studio, la professione o lo stato sociale, un modo per tenerla viva c’è: stimolare il cervello. Ma c’è modo e modo e quello giusto è «aprendosi al desiderio di comprendere le cose», suggerisce Lledo, cioè nutrendo la nostra curiosità con informazioni utili, che sono quelle che ci permettono di capire davvero le cose, non solo di saperle.
Qui il professore ci aiuta a capire meglio la differenza, tutt’altro che inessenziale: «un cervello che sa, che accumula informazioni, ma non capisce il senso è condannato all’ansia. Malauguratamente oggi siamo bombardati di notizie futili e spesso scollegate fra di loro; siamo in preda a un’infobesità deleteria per la salute mentale», ribadisce il neurobiologo. Che se viene poi rifornita di ansiolitici e sonniferi produce effetti disastrosi sul cervello.
Meglio perciò «sbrogliare la matassa delle informazioni e leggere o ascoltare solo quelle che fanno emergere un cervello che vuole capire, vagliare, approfondire, comprendere», consigliato dall’Istituto “Pasteur”.
Fonte: estratto dal bel post di Patrice Poinsotte su Nuovo Consumo, gen/feb 2019