La sua zona di produzione comprende 137 comuni di quattro province campane: Napoli, Caserta, Benevento e Salerno. Ha diverse virtù salutari e un alto contenuto in vitamine e minerali…
La chiamano la “regina delle mele. L’annurca, definita anche “melannurca” campana, perché coltivata in questa regione, è una vera delizia: ha una polpa croccante, compatta, bianca, lievemente acidula e succosa, con aroma caratteristico e profumo finissimo.
La buccia inizialmente è di colore giallo, con striature di rosso su circa il 60-70% della superficie a completa maturazione, che diventano l’80-90% dopo il periodo di arrossamento a terra.
La zona di produzione della mela annurca Igp (Indicazione geografica protetta) comprende 137 comuni di quattro province campane: Napoli, Caserta, Benevento e Salerno. La sua coltivazione rappresenta l’80% circa della produzione campana di mele e il 5% circa di quella nazionale.
La mela annurca Igp ha diverse virtù salutari: ha un alto contenuto in vitamine (B1, B2, PP e C) e minerali (potassio, ferro, fosforo, manganese).
Essendo ricca di fibre, regola le funzioni intestinali e migliora la salute del microbiota intestinale.
Grazie al contenuto di acqua e minerali, ha un’azione diuretica, è particolarmente adatta ai bambini e agli anziani e indicata anche in caso di diabete.
Le curiosità
La mela annurca è presente in Campania da almeno due millenni. E’ infatti raffigurata nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano, in particolare nella Casa del Cervi. Le annurche vengono colte acerbe perché hanno un peduncolo molto piccolo e fragile. Perciò, quando la mela giunge a maturazione, rischia di cadere a terra per l’eccessivo peso.
La mela annurca viene colta acerba e poi fatta maturare a terra, in un processo detto “arrossamento”, nei cosiddetti ‘melai”.
Sono piccoli appezzamenti di terreno, senza ristagni idrici, di larghezza non superiore al metro e mezzo su cui sono stesi strati di materiale soffice: un tempo si utilizzava la canapa, oggi sostituita da paglia, trucioli di legna o altro materiale vegetale.
Durante la permanenza nei melai i frutti sono disposti in modo da esporre alla luce la parte meno arrossata, quindi vengono periodicamente girati e selezionati, scartando quelli intaccati o marciti. È proprio questa pratica che dà alla melannurca campana Igp un valore aggiunto.
Dovendo completare la sua maturazione non sulla pianta (come le altre mele), ma adagiata sulla paglia esposta al sole, resistendo agli attacchi di parassiti e funghi, sviluppa più molecole di difesa. Questo speciale frutto contiene quindi una maggiore quota di antiossidanti rispetto alle altre, più vitamine, tantissimi minerali, tra cui potassio, ferro, fosforo e manganese.
Secondo un recente studio del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II, due mele annurche per 8 settimane sono in grado di ridurre i livelli di colesterolo “cattivo” Ldl (-14,6%) e aumentare quello buono Hdl del 15,2%.
Fonte: sintesi di un bell’articolo tratto da un servizio su Sano & Leggero (gennaio 2021) del dottor Luca Piretta, medico nutrizionista
Fonte immagine: Magnifica mela annurca – Sale&Pepe (salepepe.it)
Mela annurca: riduce il colesterolo cattivo!
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