Alcune ricerche mostrano chiaramente che il benessere della coppia declina con l’arrivo della cicogna, mentre resta stabile nelle coppie di pari età, anagrafica e coniugale, che non hanno avuto bambini.
In termini quantitativi, secondo recenti stime, la quota di coloro che giudicano «buona» la propria relazione prima della nascita di un figlio si attesta in media intorno all’85% e precipita al 45% dopo.
Stanti così le cose, è facile che si inizi a fare vite separate, ognuno per sé, chiusi nel proprio bozzolo. E purtroppo i risultati, corroborati dalle statistiche, sono sotto gli occhi di tutti: un aumento esponenziale delle separazioni e dei divorzi dopo il primo figlio, a suon di liti, accuse, recriminazioni.
Ma quali sono le unioni più a rischio di vacillare?
«Le difficoltà sono in agguato soprattutto per le coppie che già erano precarie o avevano qualche difficoltà prima della nascita del bambino», evidenzia Stefano Clerici, dell’ambulatorio di psicosessuologia clinica dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano e professore a contratto di psicosessuologia clinica all’Università Vita-Salute San Raffaele,
- «ma anche per quelle caratterizzate da elevati livelli di ansietà e di preoccupazione nei confronti del nuovo arrivato. Un aspetto, quest’ultimo, che spesso riguarda soprattutto i genitori che hanno affrontato la maternità e la paternità in età più matura o che magari sono stati costretti a ricorrere alla fecondazione assistita. Inoltre, anche aspettative irrealistiche e scarsa capacità di adattamento possono risultare nocive, così come la sottostima del livello di cure che un neonato richiede»…
Fonte: estratto da un bel servizio di Paola Arosio su Ok Salute e Benessere, luglio/agosto 2019