Un attacco di emicrania può essere inizialmente un’esperienza molto allarmante, tanto da far temere, a volte, a condizioni ben più gravi come un ictus. Il dolore può durare da poche ore a qualche giorno, si localizza generalmente nella zona della fronte o alle tempie, interessando anche l’orbita oculare, è pulsante e peggiora svolgendo attività fisica.
Durante l’attacco di emicrania sono frequenti nausea e vomito, fastidio per la luce, i rumori e gli odori.
- Nelle 24 ore che precedono l’attacco possono presentarsi segni premonitori, come per esempio stanchezza, sbadigli, variazione dell’umore, desiderio di particolari cibi, che non sempre vengono messi in relazione all’imminente evento.
In una persona su quattro l’attacco è preceduto dall’aura, che si manifesta con disturbi visivi (per esempio, lampi di luce scintillante, macchie, parziale perdita della
vista, distorsione delle immagini), formicolii o pizzicori da un lato del corpo che partono dalle dita e si irradiano al braccio, difficoltà nel linguaggio, confusione mentale e, molto raramente, paralisi.
Questi sintomi durano al massimo un’ora e scompaiono spontaneamente all’arrivo del dolore. In alcuni rari casi il dolore potrebbe non presentarsi neppure. L’emicrania con aura è definita “classica”, quella senza aura “comune”. La frequenza degli attacchi varia considerevolmente da una persona all’altra (in media una o due volte al mese) e periodi di crisi frequenti possono, senza ragione apparente, essere seguiti da periodi di completo benessere.
L’emicrania è più frequente nella fascia fra i 20 e i 50 anni, con una predominanza nelle donne, in concomitanza delle mestruazioni o per squilibri ormonali legati alla menopausa.
Fonte: estratto da un bel servizio di G.S. su Più Sani Più Belli, novembre 2017, con la consulenza del prof. Luigi De Maio, neurologo