I cani hanno 220 milioni di recettori olfattivi (noi umani ne abbiamo solo 5-10 milioni); un poderoso apparato nasale che li aiuta non solo a ritrovare una persona dispersa, ma addirittura a captare le sostanze prodotte dalla biochimica del tumore alla prostata.
Sì, i cani rigorosamente addestrati sono riusciti, fiutando campioni di urina, a riconoscere la presenza di un tumore della prostata con un’accuratezza del 98%.
Sono nuove frontiere di ricerca: riuscire a capire quale sostanza il cane fiuti, quale metabolismo delle cellule o dei tessuti produca questo odore, per sviluppare, poi, una tecnologia che emuli l’olfatto del cane.
In attesa di intriganti sviluppi futuri, il periodico controllo resta uno dei cardini principali della prevenzione.
Sintesi dell’articolo del professor Paolo Veronesi (Presidente della Fondazione Umberto Veronesi) – fonte Oggi, 30 novembre 2016
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