Nel periodo delle medie, sovente questi ragazzi fanno ancora più fatica.
Anche piccoli cambiamenti dello stile di vita quotidiano, come l’uso del reggiseno, l’acne, la presenza della barba, nel caso degli autistici complica ulteriormente la vita. Lo sviluppo sessuale procede, le pulsioni si attivano, ma questo può essere un problema difficile da gestire per genitori e terapisti.
- Durante l’adolescenza la forbice sociale si allarga e sono sempre più evidenti le difficoltà: alcuni non riescono ancora ad acquisire abilità “normali”.
In generale hanno problemi con il pensiero astratto, con i soprannomi, i doppi significati, le espressioni del viso, tutti elementi che aumentano l’isolamento. Durante l’adolescenza continuano a essere i bambinoni di qualche anno prima con i loro medesimi interessi e attività che, spesso, rimangono uguali per tutta la vita.
Il problema più grosso, ora, è “relazionale”: questi ragazzi sono motivati a stare con i compagni, ma non sanno come farsi accettare, non capiscono quando è ora di parlare e quando invece bisogna stare zitti, oppure intervengono in modo appropriato, ma in ritardo.
In classe, magari ricordano la data di nascita di un personaggio storico, ma la dicono durante l’ora di scienze!
Non hanno senso dell’umorismo, non colgono la gioia o il dolore di un compagno, non riescono a esprimere le emozioni e questo “muro di incomunicabilità” rende molto difficile l’integrazione nel gruppo.
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Fonte: tratto da un bel servizio di Maria Angela Masino su Più Sani Più Belli, agosto 2017 – con la consulenza del professor Luigi Mazzone neuropsichiatra infantile e ricercatore presso l’Università Tor Vergata di Roma