Fino a qualche anno fa la risposta sarebbe stata che “una caloria è sempre una caloria” indipendentemente dal momento della giornata in cui è assunta, ma a partire dal 2010 si sono accumulate prove scientifiche che hanno fatto vacillare questa certezza.
A dire il vero, già nel 2003 era stato dimostrato un aumento del rischio di obesità correlato alla mancata colazione e all’alimentazione a tarda notte.
- Nel 2013 è stato condotto un esperimento su 93 donne in sovrappeso per 12 settimane: seguivano una dieta di mantenimento, ma con le calorie ripartite in modo inverso, un gruppo ne assumeva il 14% a colazione e il 50% a cena, mentre l’altro il 50% a colazione e il 14% a cena.
- Le donne del gruppo della super-colazione erano dimagrite, al termine dell’esperimento, di 5,1 kg in più rispetto al gruppo della super-cena, presentando anche migliori risultati della glicemia a digiuno, dell’insulinemia, dei trigliceridi e punteggi di fame più bassi.
Le ricerche sulla crono-nutrizione sono decollate negli ultimi anni e ulteriori studi hanno confermato che la stessa quantità di calorie ha effetti diversi sull’organismo in relazione al momento della giornata in cui viene assunta, anche se ad oggi i meccanismi biologici sottostanti non sono ancora chiari.
Dunque la scienza ha dimostrato che il vecchio detto popolare “una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero” è vero.
Fonte: una risposta del biologo Massimiliano Matteoni, biologo nutrizionista blog Cambiostile…e dimagrisco! – tratta da Nuovo Consumo, novembre 2019
Fonte immagine: https://www.r101.it/news/fuori-onda-news/287978/gli-orari-in-cui-mangiare-per-non-ingrassare.html