I vip americani si sono innamorati di questa bevanda, grazie ai suoi presunti effetti antiage.
Una crescita delle vendite del 60% sul mercato americano nel 2014, 500 milioni di dollari di fatturato nel 2015, star del calibro di Madonna, Gwyneth Paltrow, Reese Witherspoon e Leonardo di Caprio che la consumano regolarmente e ne vantano i benefici per la salute.
Ecco a voi la kombucha, la bibita più popolare del momento, perlomeno oltreoceano.
- Che cos’è: conosciuta e utilizzata da secoli in Oriente, è un tè nero zuccherato che, grazie all’aggiunta di uno scoby (un disco piatto e molle che è un mix di batteri e lieviti), fermenta e prende un caratteristico sapore dolciastro e acidulo, che può ricordare il sidro. Batteri e fermentazione, però, sono parole che spesso ci fanno a pensare a qualcosa di sporco e pericoloso. «C’è poco da inorridire, il principio è lo stesso dello yogurt, della birra o di un calice di vino, anch’essi alimenti fermentati da batteri e lieviti», spiega Diana Scatozza, esperta in scienze dell’alimentazione.
- Perché fa bene: la kombucha viene spesso descritta come un elisir di lunga vita, ma quanto c’è di vero? «Una delle sue proprietà è quella probiotica, la stessa dello yogurt: fa arrivare nell’intestino fermenti lattici molto utili all’organismo. Queste sostanze aumentano, infatti, la produzione di vitamine del gruppo B e di vitamina C che, favorendo la formazione di anticorpi da parte dei linfociti, stimolano il sistema immunitario. Inoltre, servono ad aumentare nell’organismo alcuni acidi (gluconico, acetico, tartarico, ossalico e citrico), che hanno un effetto detossificante sul fegato. Le altre proprietà vantate dalla kombucha, come quelle antiage, non sono ancora state confermate dalla comunità scientifica, quindi, andrebbero per ora ridimensionate», afferma l’esperta.
- Le controindicazioni: ci sono categorie di persone cui questo tè potrebbe addirittura nuocere. «Con la fermentazione, la kombucha diventa leggermente alcolica, (nell’ordine dell’1%-1,5%), quindi, è sconsigliata a bambini e adolescenti, a chi ha problemi di alti livelli di zucchero nel sangue (come i diabetici) e infine, a chi utilizza farmaci che interagiscono con il sistema nervoso (per esempio gli antidepressivi). In questi casi l’uso della kombucha va concordato con un medico», conclude Diana Scatozza.
La bevanda in Italia non è ancora in commercio.
Sintesi dell’articolo di Alessandro Pilo, fonte Starbene gennaio 2016