L’ipotesi del medico inglese anticipa la moderna concezione psicosomatica della malattia. Secondo cui, per decifrare l’intimo messaggio di un malessere, non è al sintomo che bisogna guardare.
Per esempio, l’autocommiserazione riesce a camuffarsi dietro i dolori alla schiena o alla testa, l’aggressività può esprimersi con il linguaggio dell’asma, mentre un atteggiamento perdente è capace di dare luogo all’impotenza.
Sicché, solo tonificando la sfera emotiva il disturbo fisico corrispondente viene modificato e scompare.
La cura si basa su 38 rimedi di Bach estratti da erbe spontanee al momento della massima fioritura, e prescritti tenendo conto solo dello stato mentale negativo della persona, non dei suoi sintomi fisici.
Che cosa succede se prende un rimedio sbagliato? Niente. È come avere la chiave sbagliata: la stessa non entra nella serratura e la porta non si apre. I disturbi che più rispondono ai “fiori della felicità” sono quelli con una chiara impronta psicosomatica.
Fonte: un vecchio numero di Viversani & Belli. Per info: Società Italiana di Floriterapia
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