La cardiochirurgia pediatrica compie 30 anni. I primi due trapianti di cuore su bambini furono eseguiti a Roma nel 1986 e da allora i passi compiuti in avanti sono stati enormi: la sopravvivenza a 5 anni dall’intervento è passata dal 65 al 90 percento.
Nella storia dei trapianti pediatrici c’è stato uno specifico episodio che ne ha rivoluzionato il corso. La famiglia di Nicholas Green, il bambino americano ucciso in un agguato mentre era in vacanza con la famiglia in Italia, decise di donare gli organi e il cuore del figlio. Cuore che, ancora oggi, continua a battere nel torace di Andrea, un uomo di 36 anni. Ma quello che fu veramente rivoluzionario fu il movimento di coscienza che nacque dalla tragica vicenda e che contribuì a promuovere la cultura della donazione degli organi anche nel nostro Paese.
«Si facevano all’epoca 400 donazioni l’anno, – conferma Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti – contro le quasi 1400 odierne. Oggi in Italia ci sono quarantamila pazienti trapiantati, e sicuramente la storia di Nicholas Green ha creato una maggiore consapevolezza intorno alla cruciale questione della donazione di organi».
Fonte: un articolo di Fiammetta Trullo su La Nazione, 14/02/16
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