Si tratta di un cattivo funzionamento della ghiandola tiroidea che produce e fa circolare nell’organismo una quantità eccessiva di ormoni.
I sintomi più comuni e facilmente riconoscibili dell’ipertiroidismo sono:
Tra i tanti sintomi ci possono essere la debolezza dei muscoli, in particolare di braccia e cosce, e dei capelli, che in alcuni casi diventa proprio alopecia. Anche il sistema nervoso viene disturbato dall’eccessiva produzione ormonale della tiroide.
Stress, perdita del sonno, nevrosi e agitazione possono quindi presagire un disturbo di questo tipo. Tachicardia, ipertrofia del ventricolo sinistro e ipertensione sono i sintomi che colpiscono il cuore e più in generale il sistema cardiocircolatorio.
Altri sintomi, che possiamo definire meno usuali, sono l’irregolarità del ciclo mestruale, l’infertilità, il calo del desiderio sessuale, la congiuntivite e la disfunzione dei muscoli della zona oculare. Quest’ultimo disturbo è riconoscibile ad occhio nudo perché le palpebre si assottigliano e si alzano, e l’occhio del malato sembra più grande e più sporgente.
Quali sono le cause più comuni dell’ipertiroidismo?
Più del 70% delle persone colpite da tale patologia soffrono del morbo di Graves-Basedow.
Non fa invece distinzione di sesso ma di luogo, infatti è diffuso nelle zone caratterizzate da bassi livelli di iodio, il gozzo multinodulare tossico, che si presenta tra uomini e le donne compresi nella fascia di età che va dai 50 ai 60 anni. Si tratta di più noduli che crescono sulla ghiandola, cambiandone l’aspetto e facendone aumentare le sue produzioni ormonali diffuse.
L’adenoma di Plummer, detto anche adenoma tossico, provoca un ingrossamento non simmetrico della ghiandola tiroidea.
Altre cause meno comuni possono essere un’eccessiva procreazione di ormone THS, stimolatori della produzione tiroidea. Assunzione sconsiderata di preparati a base di iodio, utilizzati ad esempio per perdere peso, o da parte di soggetti che presentano ipotiroidismo.
Quali sono le cure più utilizzate?
Le cure dell’ipertiroidismo dipendono dalla causa della malattia, dal quadro clinico e dall’età del paziente. In genere le strade da percorrere sono tre.
Un Guest post di Susanna Matteini
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Susanna è un’esperta in comunicazione con la passione per la scrittura. Salutista, crede nell’importanza delle buone abitudini e del “sei quello che mangi”.
Curiosa osservatrice, ha molti interessi tra cui le scienze sociali e la psicologia.
Queste sono le fonti da cui sono stati tratti i consigli presenti all’interno dell’articolo.
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