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Ipertiroidismo, impariamo a riconoscerlo…

I dati statistici confermano che nel nostro paese sono davvero tante le persone che soffrono di ipertiroidismo. Ma cosa significa realmente?

Si tratta di un cattivo funzionamento della ghiandola tiroidea che produce e fa circolare nell’organismo una quantità eccessiva di ormoni.

  • La tiroide è una ghiandola fondamentale perché è coinvolta in ogni processo metabolico del nostro corpo. Diventa quindi basilare conoscere bene le varie malattie che possono attaccarla per poter distinguere i sintomi e agire in fretta, assumendo una cura idonea.

I sintomi più comuni e facilmente riconoscibili dell’ipertiroidismo sono:

  • sudorazione eccessiva anche nei momenti di staticità;
  • frequenti e immotivati tremori alle mani;
  • dimagrimento rapido che porta ad un brusco calo del peso (anche cinque, sei chili in un mese);
  • intolleranza al caldo.

Inoltre la pelle diventa calda a causa dell’afflusso del sangue e della dilatazione venosa che serve a disperdere il calore in eccesso e può presentarsi il gozzo, provocato dall’ingrossamento della ghiandola tiroidea.

Tra i tanti sintomi ci possono essere la debolezza dei muscoli, in particolare di braccia e cosce, e dei capelli, che in alcuni casi diventa proprio alopecia. Anche il sistema nervoso viene disturbato dall’eccessiva produzione ormonale della tiroide.

Stress, perdita del sonno, nevrosi e agitazione possono quindi presagire un disturbo di questo tipo. Tachicardia, ipertrofia del ventricolo sinistro e ipertensione sono i sintomi che colpiscono il cuore e più in generale il sistema cardiocircolatorio.

Altri sintomi, che possiamo definire meno usuali, sono l’irregolarità del ciclo mestruale, l’infertilità, il calo del desiderio sessuale, la congiuntivite e la disfunzione dei muscoli della zona oculare. Quest’ultimo disturbo è riconoscibile ad occhio nudo perché le palpebre si assottigliano e si alzano, e l’occhio del malato sembra più grande e più sporgente.

 

Quali sono le cause più comuni dell’ipertiroidismo?

Più del 70% delle persone colpite da tale patologia soffrono del morbo di Graves-Basedow.

  • Questa malattia è provocata dalla presenza di determinati anticorpi che fanno crescere in modo smisurato la tiroide. Di conseguenza questa comincia a produrre e a fare circolare più ormoni nel corpo. Si tratta di solito di un fenomeno ereditario che si manifesta fra le donne, dai 20 ai 40 anni di età.

Non fa invece distinzione di sesso ma di luogo, infatti è diffuso nelle zone caratterizzate da bassi livelli di iodio, il gozzo multinodulare tossico, che si presenta tra uomini e le donne compresi nella fascia di età che va dai 50 ai 60 anni. Si tratta di più noduli che crescono sulla ghiandola, cambiandone l’aspetto e facendone aumentare le sue produzioni ormonali diffuse.

  • Il gozzo nodulare tossico è meno comune delle due precedenti cause.
    Differisce dal gozzo multinodulare perché in questo secondo caso è localizzata in una sola zona della tiroide, che impazzisce producendo eccessivi ormoni.

L’adenoma di Plummer, detto anche adenoma tossico, provoca un ingrossamento non simmetrico della ghiandola tiroidea.

Altre cause meno comuni possono essere un’eccessiva procreazione di ormone THS, stimolatori della produzione tiroidea. Assunzione sconsiderata di preparati a base di iodio, utilizzati ad esempio per perdere peso, o da parte di soggetti che presentano ipotiroidismo.

 

Quali sono le cure più utilizzate?

Le cure dell’ipertiroidismo dipendono dalla causa della malattia, dal quadro clinico e dall’età del paziente. In genere le strade da percorrere sono tre.

  1. La terapia farmacologica a base di matimazolo, solitamente è molto diffusa e riscontra ottimi risultati nella maggior parte dei casi.
  2. La terapia radio-metabolica, che prevede una somministrazione di iodio radioattivo idoneo a distruggere le cellule iperfunzionanti, è particolarmente consigliabile nei malati anziani, quando la terapia farmacologica non ha avuto esito positivo e, a causa dell’età avanzata, è sconsigliata l’opzione dell’intervento chirurgico.
  3. L’asportazione tramite chirurgia della tiroide o solo di una piccola parte di essa, resta ancora la soluzione più utilizzata per combattere il problema alla radice.

Un Guest post di Susanna Matteini

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Susanna è un’esperta in comunicazione con la passione per la scrittura. Salutista, crede nell’importanza delle buone abitudini e del “sei quello che mangi”.

Curiosa osservatrice, ha molti interessi tra cui le scienze sociali e la psicologia.

 

 

 

Queste sono le fonti da cui sono stati tratti i consigli presenti all’interno dell’articolo.

  • abc Salute,
  • Corriere,
  • My-Personal Trainer,
  • Farmaco e Cura.

 

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