Alcuni ricercatori hanno esaminato vari alimenti e la loro carica infiammatoria (misurata con biomarker, come la proteina C reattiva). Hanno così proposto un utilissimo strumento, detto DII (Indice infiammatorio degli alimenti). Ora sappiamo, quindi, che i cibi con un maggior indice infiammatorio sono:
Ma, avvertono i ricercatori, a fare la differenza è la dieta in generale: se, per esempio, affianchiamo alla carne, infiammatoria, molte verdure e spezie (antinfiammatorie, grazie a fibre e antiossidanti) possiamo ridurre il problema, soprattutto se il cibo infiammatorio non viene consumato spesso.
“Il bilancio energetico positivo, a lungo andare, determina un’alterazione importante del tessuto adiposo, che s’inserisce in un aumento della resistenza insulinica, con un effetto proinfiammatorio determinato dalla presenza in surplus dell’insulina stessa nell’organismo, che a sua volta induce la sovraproduzione della serie infiammatoria di eicosanoidi e prostaglandine”. È un vero effetto domino che, col tempo, apre la porta alle patologie cronico-degenerative.
Fonte: estratto da un bel servizio di Giuliana Lomazzi su Più Sani Più Belli, ottobre 2018 – con la consulenza della dott.ssa Laura Gogioso, biologa nutrizionista di Modena, specializzata in Scienza dell’Alimentazione
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