Le anoressiche hanno una ridotta sensibilità olfattiva e gustativa, tanto più marcata quanto più gravi sono la sintomatologia e la riduzione del peso corporeo. È quanto emerge da una ricerca congiunta dell‘Università di Dresda e della Yale University School of Medicine di New Haven, nel Connecticut.
La ricerca, pubblicata sull’edizione elettronica del «Journal of Psychiatric Research», ha preso in esame 63 donne (età media: 24 anni), suddivise in tre gruppi: 16 pazienti anoressiche ricoverate, 24 pazienti bulimiche e 23 senza disturbi dell’alimentazione. Sono state misurate e confrontate la sensibilità olfattiva e gustativa dei tre gruppi, i sintomi depressivi e quelli legati al disturbo alimentare, il peso corporeo e l’indice di massa corporea (il rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza).
- Nel gruppo delle pazienti anoressiche è stata documentata un’alterazione dell’olfatto e del gusto (nel senso della riduzione della sensibilità e della capacità di discriminare odori e sapori), correlata alla gravità dei sintomi e alla diminuzione del peso e dell’indice di massa corporea.
- Dopo il trattamento, con il miglioramento della sintomatologia e il recupero del peso, anche le suddette alterazioni sono regredite.
La perdita del gusto per il cibo può avere un ruolo importante nel mantenimento dei sintomi dell’anoressia e può ostacolare la guarigione, visto che, secondo un’altra ricerca, pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition», la varietà degli alimenti assunti, più che la quantità di calorie introdotte, favorisce il ritorno a uno stato di benessere.
Fonte: un articolo di Francesco Cro – Tratto da Mente & Cervello, luglio 2008
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