Verde chiaro, azzurro tenue, lilla: è molto frequente trovare questi colori nei corridoi e nelle stanze degli ospedali. Il bianco, usato molto in passato perché simbolo di pulizia e igiene, è stato ormai abbandonato per colpa della sua impersonalità e freddezza.
- «Più che sui colori, bisogna lavorare sulle gradazioni e sulle tonalità», spiega Augusto Iossa Fasano, psicoanalista freudiano e consulente psichiatra dell’Asl di Milano.
- «Per un luogo come l’ospedale è necessario scegliere colori non violenti, a fronte di una medicina che a volte può esserlo. Meglio sfumare: l’intensità simbolizza il trauma, la gradazione invece ricorda la cura, la degradazione della malattia».
Anche un colore forte come il rosso, se sfumato nei suoi toni più dolci può diventare un’accogliente rosa, ma nella sua vividezza fa parte dei colori da evitare, insieme al nero e al giallo. «Nelle loro tonalità più forti sono troppo aggressivi, simboleggiano lutto e pericolo», sottolinea Iossa Fasano.
Se nelle stanze e nei corridoi dei reparti ospedalieri le sfumature tenui hanno la funzione di rilassare e dare conforto a pazienti, in ambienti di passaggio come le sale di attesa, soprattutto quelle degli studi specialistici, è concesso osare di più.
- «Il paziente va accolto in un ambiente confortevole, ma non banale e asettico, quindi mai bianco» conclude lo psicologo. «Nella sala d’attesa si può utilizzare un colore vivace, in linea con la natura più rumorosa della stanza, mentre all’interno dello studio, dove si svolge l’incontro tra specialista e paziente, è bene usare una tonalità tenue».
Fonte: tratto da un servizio di Giulia Masoero Regis, su Ok Salute e Benessere, aprile 2017