Il nome botanico è “cynara scolymus” e appartiene alla famiglia delle Composite. Il termine cynara sarebbe dovuto all’abitudine di concimare questa pianta con la cenere (cinere in latino). Predilige terreni morbidi e asciutti ma soprattutto un clima mite. Non teme il vento e la salsedine.
Il carciofo ha un effetto coleretico sulla digestione. Vuol dire che sollecita il fegato a produrre la bile, liquido di colore verdastro “fabbricato” appunto nel fegato e nella cistifellea. Dopo ogni pasto quest’ultima si contrae e così facendo rovescia la bile nell’intestino per prendere parte alla digestione dei grassi.
La pianta stimola anche la produzione dei sali biliari. Si tratta di un detergente che ha il compito di agire sui grassi. Grassi formati da molecole unite tra loro. I sali biliari le dividono, le separano. In questo modo facilitano il lavoro degli enzimi che hanno a che fare con poche molecole per volta e non su un insieme informe.
La stessa capacità della pianta di favorire la produzione della bile rende più agevole l’espulsione del colesterolo con le feci.
Attenzione perché non è chiaro se l’azione coleretica del carciofo impedisce o agevola il formarsi dei calcoli. Alcuni studiosi sono convinti che questa pianta contribuisca a tenerli sotto controllo. Altri ritengono che spingere la cistifellea a aumentare la produzione della bile possa essere dannoso e peggiorare la situazione, rischiando di intasare il condotto.
Un’altra caratteristica di questa pianta, specie delle foglie dentate attaccate allo stelo, è quella di avere un effetto diuretico. Favorisce la fuoriuscita di urina e acido urico. Di questo dobbiamo dare atto a Castore Durante che già nel ‘500 l’aveva capito.
Gli estratti di foglie di carciofo sono utili in caso di diabete, di fegato grasso, insufficienza epatica, ritenzione biliare, stipsi, reumatismi.
Le allergie a questa pianta non sono comuni, ma in alcuni casi sono possibili. Soprattutto da parte di chi è allergico a altre erbe della famiglia delle Composite.
Senza dubbio una digestione efficace contribuisce al nostro equilibrio psicofisico. Tanto da non doversi rodere il fegato o avere un fegato giallo di bile. Ma invece ci stimola a essere determinati, energici, insomma ad avere fegato e prendere il toro per le corna.
Fonte: “Il carciofo: amico dello stomaco e del fegato!” è un estratto da un bel servizio di Gennaro Sportiello, fitopreparatore – tratto da Verdetà, rivista pensionati CNA febbraio 2001
Fonte immagine: Carciofo Pianta Fiore – Foto gratis su Pixabay
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