L’omeopatia si basa sul “principio della similitudine”: in pratica, utilizza rimedi che creano nelle persone gli stessi sintomi della malattia che si vuole curare, come se fossero una sorta di vaccino che stimola le reazioni di guarigione del corpo.
I rimedi omeopatici vengono creati dinamizzando e diluendo i principi attivi che arrivano dal mondo vegetale, animale e minerale. Sono molto specifici e sondano non solo i sintomi della persona, ma anche il suo stato emotivo, il suo passato, il suo modo di essere.
Ecco perché, prima di consigliare un rimedio, l’omeopata, in una lunga chiacchierata, indaga non solo la malattia, ma l’individuo nel suo complesso. In poche parole, i rimedi sono personalizzati.
- In alcuni casi, può verificarsi un “aggravamento omeopatico”, ossia un peggioramento della sintomatologia (di solito, di breve durata): questo vuol dire che il rimedio sta facendo effetto. Se si hanno dubbi, però, meglio fugarli consultando con tempestività il medico omeopata.
I nomi dei rimedi omeopatici sono accompagnati da sigle (numeri e lettere), che indicano le diluizioni: i numeri si riferiscono al numero di diluizioni a cui la sostanza è stata sottoposta. Le lettere, invece, indicano il tipo di diluizione:
- CH: diluizione centesimale Hahnnemaniana (D è decimale).
- K: centesimale Korsakoviana.
- LM: cinquantamillesimale.
Per diluire la sostanza si prende una parte di tintura madre e si mette in 99 parti di alcol e acqua, poi si scuote a lungo secondo un particolare processo, definito dinamizzazione. La nuova miscela consiste, quindi, di 100 parti. Se si prende una parte sola e la si diluisce nuovamente in 99 parti, si ottiene 2 CH. Da questa, con lo stesso procedimento, si può ricavare la 3 CH e così via.
Da sapere
I rimedi omeopatici non hanno effetti collaterali e possono essere usati in gravidanza, o consigliati ai bambini anche in tenera età.
- Possono, inoltre, essere coadiuvanti dei farmaci tradizionali, contribuendo a velocizzare la guarigione.
- Vanno sempre presi a stomaco vuoto, lontano dai pasti, almeno 20 minuti prima di ingerire alimenti.
- Che si scelga la formulazione in granuli, tubo monodose, o gocce, bisogna trattenerli sotto la lingua, per un minuto.
Fonte: tratto da “Le cure dolci d’autunno”, allegato a Viversani e Belli, 13/10/17