La risposta della Dottoressa Simona Perseo alla domanda di Berenice Ottaviano, un’amica della pagina Fan su Facebook…
La domanda:
“Salve a tutti, vorrei fare una domanda a cui spero venga data una risposta, grazie. So che i grassi e gli oli vegetali non idrogenati fanno male allora xké si trovano in tutti i biscotti le merendine anche dei bambini? La legge non dovrebbe vietare certi oli? In più molti scrivono oli vegetali altri specificano: palma ecc qual è, se c’è, la differenza? Grazie spero di avere una risposta ci tengo molto ! Berenice Ottaviano”.
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La risposta:
Cara Berenice, ho letto la tua domanda con molta attenzione. Sono una Biologa Nutrizionista e da molti anni mi occupo di educazione alimentare e incontro molte persone che spesso mi fanno la tua stessa domanda: “Perché molto spesso i cibi che mangiamo fanno tanto male alla nostra salute?”
- La spesa quotidiana è sicuramente un momento di grande responsabilità, e andrebbe fatta con molta attenzione. Capisco che per i consumatori spesso sia molto difficile scegliere gli alimenti giusti, in quanto le etichette alimentari spesso sono incomprensibili o addirittura contenono messaggi ingannevoli. Comunque rimangono ugualmente l’unico mezzo a disposizione per avere informazioni sull’alimento che stiamo acquistando. La prima regola molto generica, ma credimi molto utile, è quella di non comprare cibi che hanno un’etichetta incomprensibile!
L’industria alimentare per abbattere i costi e per migliorare le qualità organolettiche dei prodotti spesso fa uso di ingredienti e additivi che se consumati con molta frequenza sono nocivi per la nostra salute.
Purtroppo ad oggi non esistono norme che vietano l’uso di tali sostanze.
- Spesso le etichette di moltissimi prodotti dell’industria dolciaria, anche biologici, recano la dicitura “oli vegetali non idrogenati”: il consumatore, che associa la parola “vegetale” al termine “naturale” si sente rassicurato ed è certo di consumare un alimento sano.
Inoltre ormai quasi tutti sanno che l’idrogenazione è un processo chimico utilizzato dalle industrie alimentari per rendere i grassi più stabili e meno soggetti all’irrancidimento. Con questo processo si ottengono “i grassi vegetali idrogenati” ricchi di acidi grassi di tipo trans che provocano l’aumento del colesterolo LDL (cosiddetto “cattivo”), responsabile di patologie a carico, soprattutto, del sistema cardiovascolare.
La margarina ad esempio viene ottenuta con questo processo di idrogenazione, a partire dall’olio di palma, un grasso di scarsa qualità perché molto saturo e la cui produzione è purtroppo scarsamente rispettosa dell’ambiente, in quanto complice di deforestazione!
Gli oli vegetali non idrogenati si ottengono con un processo che si articola di due fasi diverse che rende l’olio profondamente modificato nella sua struttura chimico-fisica.
- Fase di estrazione degli oli vegetali non idrogenati: avviene chimicamente e prende il nome di raffinazione, processo che rende l’olio altamente degradabile e causa la formazione di una piccola percentuale di acidi grassi trans.
- Fase di frazionamento, con la quale l’olio diventa particolarmente resistente all’ossidazione e viene arricchito di acidi grassi saturi (pericolosi per la salute!!).
In alternativa al frazionamento, l’olio può essere sottoposto ad interesterificazione, in cui viene modificata la struttura chimica degli acidi grassi in esso contenuti.
Il prodotto che si ottiene è un olio vegetale, che anche se non è idrogenato, è comunque modificato chimicamente e contiene acidi grassi saturi, dannosi per la nostra salute, e ha perso quasi completamente i principi nutritivi benefici per il nostro organismo.
- Questi oli, che sono meno costosi rispetto ad altri e hanno una buona resa in termini di gusto e lavorabilità, li troviamo in tantissimi prodotti, come ad esempio una nota crema spalmabile alla nocciola (che si spalma così bene sul pane proprio grazie alla presenza di questi oli!) e barrette ai cereali ipocaloriche che piacciono tanto a chi è attento alla linea.
Inoltre, l’indicazione “oli vegetali non idrogenati” è piuttosto generica e non possiamo essere sicuri di quale sia la qualità dell’olio di partenza che, spesso, è scadente. Comunque gli oli più utilizzati sono l’olio di cocco e quello di palma e non vi è obbligo di dichiarare in etichetta quali oli e in che proporzione vengono utilizzati.
Evitare l’olio di palma non rappresenta unicamente una questione di salvaguardia della salute, ma anche di rispetto dell’ambiente e del pianeta.
La produzione di olio di palma è infatti causa di deforestazione e di distruzione degli habitat naturali degli animali (come per esempio gli oranghi) che popolano le foreste di luoghi come Indonesia, Malesia, Uganda e Costa d’Avorio e della sottrazione alle popolazioni native di territori da esse abitati da sempre.
- Il mio consiglio, cara Berenice, è quello di evitare il consumo di prodotti che contengono “oli vegetali non idrogenati” e idrogenati e di generici grassi o oli vegetali.
L’olio extravergine di oliva e gli oli di semi (mais, girasole, lino ecc.) ottenuti esclusivamente con spremitura meccanica a freddo sono l’unica fonte di grassi benefici per il nostro organismo.
Un Guest post della Dottoressa Simona Perseo
A questo link, trovi una bella intervista fatta alla Dottoressa
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Simona Perseo svolge la libera professione presso i suoi studi di Viareggio e Forte dei Marmi, ma si sposta su tutto il territorio della Versilia e della provincia di Massa Carrara per visite presso vari studi medici della zona.
Svolge inoltre attività di consulenza alimentare per società sportive, palestre, centri fitness ed estetici. Organizza presso varie associazioni ed enti corsi di educazione alimentare, collabora con il Comune di Forte dei Marmi come nutrizionista per l’elaborazione dei menù delle mense scolastiche.
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