I farmaci omeopatici verranno equiparati agli altri medicinali?

Abbiamo rivolto alcune domande a Silvia Nencioni, presidente e amministratore
delegato di Boiron Italia, la principale azienda del settore in Italia.

Per quali ragioni l’Aic è così importante? È una forma di ulteriore garanzia?
  • Premetto che da oltre vent’anni gli omeopatici sono riconosciuti per legge come “medicinali” anche in Italia: se prima erano in commercio grazie a una “notifica”, con l’assegnazione di un’Aic ufficiale entreranno nel prontuario farmaceutico. Mi preme sottolineare, però, che i medicinali omeopatici continueranno a offrire ai pazienti le stesse garanzie di sicurezza e qualità che già oggi offrono, proprio in quanto medicinali.
Quindi, per i cittadini che cosa cambia?

Da un punto di vista puramente “visivo” i cittadini troveranno in più soltanto il numero di Aic sulla confezione. Ciò che cambierà con l’Aic e dunque l’ingresso in prontuario
farmaceutico, invece, è la piena legittimazione dei medicinali omeopatici, che di fatto in questo modo verranno equiparati agli altri farmaci. Un riconoscimento importante anche per i malati, soprattutto in questa fase storica dove nel nostro Paese, più che altrove, l’omeopatia è spesso oggetto di forti resistenze ideologiche.

E le indicazioni terapeutiche? Saranno inserite?
  • Per poter inserire le indicazioni terapeutiche sulla confezione e sul foglietto illustrativo è necessario un percorso parallelo all’attuale processo di registrazione. L’iter riguarda unicamente le specialità omeopatiche, ossia quei medicinali caratterizzati da un preciso ambito terapeutico correlato a disturbi tipici dell’automedicazione.
  • A nostro avviso, si tratta di una questione che sta diventando sempre più urgente: innanzitutto, sono i pazienti a richiederlo, per evitare di ritrovarsi a prendere il medicinale sbagliato o non alle giuste dosi. Inoltre, per definizione, un farmaco deve curare qualcosa; riconoscere agli omeopatici lo status di medicinali e non poter fornire al pubblico indicazioni terapeutiche è un controsenso, che speriamo possa essere presto sanato.

 

Fonte: tratto da un servizio di Silvia Finazzi su Viversani e Belli, 13/10/17 con la consulenza di Silvia Nencioni, presidente e amministratore delegato di Boiron Italia




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