Estratto da fiori esotici o da piante nostrane, sempre più versatile, apporta benefici al viso, al corpo e ai capelli.
Le loro virtù sono conosciute fin dall’antichità: le nostre nonne e bisnonne usavano l’olio di mandorle dolci per ammorbidire la pelle, soprattutto, nelle zone dove tende ad ispessirsi, come gomiti e ginocchia.
E, con l’olio di oliva, preparavano impacchi per dare lucentezza ai capelli; come d’altronde le donne marocchine facevano con l’olio di argan, e polinesiane con il Monoi di Tahiti e così via.
Oggi alla tradizione si unisce la scienza, così troviamo componenti naturali, vitamina E e altri oligoelementi in prodotti versatili che lisciano l’epidermide, ma non solo: idratano, proteggono, leniscono, ristrutturano, combattono i segni del tempo.
E, accanto agli oli più noti troviamo quelli di riso, di barbabietola da zucchero, di melograno, di canapa, di nocciolo di albicocca e, per andare in prodotti più esotici, ecco l’olio di cranberry, di incha inchi, di macadamia, di legno di sandalo, di acai.
Il pregio dei cosmetici a base di olio è che non ungono.
E, gli oli più versatili, nebulizzati sui capelli, li proteggono da smog e umidità e nel contempo li nutrono.
Difficile chiedere di più a un prodotto.
Articolo di Gloria Ciabattoni, fonte La Nazione, 11 dicembre 2014