I cerotti anticaduta recentemente lanciati sul mercato sono prodotti cosmetici (e non farmaci) messi a punto con l’intento di stimolare i follicoli piliferi e la crescita dei capelli.
Si applicano su aree glabre della testa, come la nuca, e prevedono un rilascio controllato di principi attivi, in modo che l’assorbimento cutaneo avvenga in modo graduale nell’arco di 12 ore.
In genere contengono L-cisteina (che aiuta la formazione di cheratina), vitamine E e del gruppo B e fitoestratti che prolungano il ciclo vitale dei capelli, come quelli derivati dal rosmarino, dall’avocado e dalla serenoa repens (una pianta esotica chiamata anche palma nana della California).
- L’efficacia dei patch è tuttavia limitata perché si tratta di cosmetici e non di rimedi farmacologici testati secondo un iter preciso e prescritti in base al problema.
Per arrestare realmente la caduta dei capelli occorre prima stilare una diagnosi, fissando un appuntamento con un medico specializzato in tricologia (sul sito sitri.it si possono trovare i nominativi degli esperti divisi per Regioni).
Occorre infatti distinguere tra alopecia areata, androgenetica o da carenza di estrogeni, lichen planus o telogen effluvium. Per risolvere le disfunzioni organiche di fondo non basta un cerotto.
Fonte: un articolo del Prof. Andrea Marliani, dermatologo ed endocrinologo a Firenze, presidente fondatore della Sitri (Società Italiana di tricologia) – tratto da Starbene, 28/01/20
Fonte immagine: https://www.mdedge.com/dermatology/article/110220/hair-nails/patch-hair-loss-scalp