Colpisce l’intestino, alterando la flora batterica “buona”. I sintomi sono talmente generici che portano la persona che ne soffre a sottovalutarli. Ma basta un esame delle urine per scoprirla.
- Mal di testa, gonfiore addominale, stanchezza cronica… Sono sintomi talmente diffusi e vaghi che troppo spesso vengono presi “sotto gamba”. Invece, a volte, possono segnalare la presenza di disbiosi intestinale o di intolleranze alimentari.
Si tratta di due problemi, legati alla salute dell’intestino, più comuni di quanto si pensi (secondo dati recenti interesserebbero l’80 per cento delle persone), che sono responsabili di tutta una serie di sintomi generici. Riconoscerli è davvero importante: è infatti possibile curarli e guarire completamente senza dover necessariamente ricorrere ai farmaci.
Come fare? Ce lo spiega la dottoressa Elena Guarnieri, specialista in Scienza dell’alimentazione a Brescia e a Cremona.
- «Per disbiosi intestinale si intende un’alterazione della flora batterica intestinale. L’ambiente intestinale è popolato normalmente da un piccolo mondo di batteri, “buoni” e “cattivi” in equilibrio fra loro, che contribuiscono a mantenerlo in salute. Quando l’equilibrio viene meno, i batteri “cattivi” diventano aggressivi e possono, quindi, causare una serie di disturbi a carico dell’apparato gastroenterico. Insorge così una serie di disturbi: diarrea o stitichezza, colite, diverticolite e gonfiore addominale».
Ma non solo: la disbiosi infatti, può provocare anche altri problemi come mal di testa, aumento dei punti neri, eccesso di sebo, caduta dei capelli, e sensibili variazioni di peso.
Fonte: Benefit, maggio 2009