Demenza senile: 2 notizie!

 

Demenza senile: notizia n°1

Nove i fattori chiave da ridurre per evitare l’insorgenza della malattia più tipica tra gli anziani. Modificando gli stili di vita fin dall’infanzia si può prevenire la demenza senile. Sono nove i fattori chiave per ridurre i casi di Alzheimer e non solo. 

  • Dalla lotta al fumo alla depressione, dall’ipertensione, all’isolamento sociale, al diabete, ma anche attraverso la prevenzione dalla perdita di udito e obesità

Un processo che, secondo gli studiosi, deve partire dalla scuola, perché aumentando il livello di informazione fin dalla prima fase della vita, si potrà evitare la perdita di udito nella terza età e prevenire l’ipertensione e l’obesità nella vita adulta.

I casi di demenza si potrebbero ridurre così del 20%.

Non solo: diminuendo il fumo, curando la depressione, aumentando l’attività fisica e i contatti sociali e attuando politiche per prevenire o curare il diabete si potranno ridurre i casi di un altro 15%.

Circa 47 milioni di persone soffrono oggi di demenza nel mondo e questo numero è destinato a crescere fino a 6 milioni entro il 2030 e a toccare la vetta dei 115 milioni entro il 2050.

Fonte della prima notizia: Toscana Nord-Ovest (Salute Benessere & Alimentazione), sett. 2019 (purtroppo non abbiamo trovato alcun sito della rivista, se lo conosci, segnalacelo con un commento al post).

 

Demenza senile: notizia n°2

Secondo uno studio pubblicato su Lancet Neurology, condotto dall’Università di Edimburgo e dalla charity Playlist for Life di Glasgowla musica è in grado di aiutare a ricordare momenti passati, donando serenità.

Una scoperta importante soprattutto per i pazienti affetti da demenza senile. Perché, secondo i ricercatori, la musica va ad attivare parti del cervello non compromesse dalla malattia, riuscendo così a far riaffiorare ricordi e memorie perduti.

Per creare una playlist a scopo terapeutico, gli autori dello studio raccomandano tre passaggi:

  1. cercare i titoli delle canzoni preferite dalla persona con demenza quando era giovane, tra i 10 e i 30 anni;
  2. aggiungere tracce di «eredità» che derivano dai ricordi dell’infanzia oppure che hanno a che fare con amici o ex partner del paziente;
  3. l’ultimo passaggio consiste nell’inserire tracce «identitarie», cioè che si ricollegano alla cultura, alla nazionalità e all’etnia della persona. 

Fonte della seconda notizia: Ok Salute e Benessere, settembre 2019.
Fonte immagine: Demenza: sintomi, diagnosi, cause e cure – MeteoWeb

 

Leggi anche: Demenza senile: I magnifici 12 che ci proteggono (di Paolo Veronesi)

 

 

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