Anche nella migliore delle ipotesi, qualora cioè una ferita cutanea abbia dato origine, nel processo di guarigione, a una cicatrice lineare, esteticamente accettabile, ha comunque inizio una fase altrettanto importante quanto quella della chiusura della ferita: la fase cicatriziale.
Proprio in questo stadio il massaggio può avere un ruolo molto positivo, perché il tessuto è ancora “attivo”, andrà cioè incontro a quello che viene chiamato “rimodellamento”, che durerà circa un anno. E quanto prima si comincerà a massaggiare la cicatrice, quanto più evidenti saranno i risultati.
Per comprendere il tipo di azione da mettere in atto, dobbiamo sapere che la cicatrice non è una “toppa” messa lì per chiudere un buco, cioè una perdita di sostanza. È, piuttosto, il tentativo dell’organismo di creare una situazione post-trauma proprio come se non fosse successo nulla. Purtroppo, però, a partire dal periodo postfetale, cioè in poche parole durante la nostra intera vita, le condizioni locali — in particolar modo quelle legate alla fase infiammatoria della guarigione e alla concentrazione di acido ialuronico ad alto peso molecolare — non permettono di ottenere il risultato voluto. Ciò che rimane di questo vano tentativo dell’organismo è un segno indelebile: la cicatrice.
- Un principio da avere ben chiaro, quindi, è che le cicatrici non scompaiono. Al massimo migliorano.
Fonte: un articolo della dott.ssa Chiara Andretto Amodeo, medico chirugo specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica. Associate Editor e Reviewer del “Plastic and Reconstructive Surgery GO Journal e PRS” – tratto da Più Sani Più Belli, marzo 2017