Recenti studi hanno evidenziato i benefici del Time restricted feeding (cioè l’alimentazione all’interno di una determinata finestra temporale) sulla salute e la longevità.
✓ Uno studio dell’università del Surrey (Uk) ha osservato che basta anticipare di 90 minuti la cena e posticipare altrettanto la colazione (aumentando così di 3 ore il periodo di “digiuno notturno”) per aiutare a mantenere sotto controllo glicemia e colesterolo, e ridurre il rischio di obesità, diabete, ipertensione, infarto e ictus.
Migliora il metabolismo energetico
In condizioni fisiologiche normali, il consumo di energia è regolato dal ritmo circadiano (buio-luce, sonno-veglia), è massimo al mattino e diminuisce nel corso della giornata, quando anche la capacità dell’organismo di utilizzare il glucosio si riduce.
Perciò, a parità di dieta e di attività fisica, seguire un’alimentazione scandita in base all’orologio biologico aiuta a controllare più facilmente il peso, il colesterolo e la pressione arteriosa, a beneficio della linea e della salute cardiovascolare.
Fa calare il desiderio di cibo
I ricercatori hanno osservato che, all’interno di certe finestre temporali, si tende a mangiare meno sia perché le opportunità sono poche sia perché diminuisce realmente il senso di fame.
Ciò dipende principalmente dall’ormone GH (quello “della crescita”), che influenza la produzione di grelina e leptina, gli ormoni che regolano l’appetito e il senso di sazietà. Quest’ormone ha un picco durante la notte e ciò favorisce il consumo di massa grassa e la crescita e il mantenimento dei muscoli nelle ore di digiuno.
Favorisce il riposo
Cenare presto serve anche a evitare che la digestione influenzi la qualità del sonno, fondamentale per regolare l’accumulo o lo smaltimento dei grassi.
- Non dormire abbastanza o in modo irregolare può interferire con il metabolismo e con i normali cicli degli ormoni, diminuendo la produzione notturna di testosterone e Gh a vantaggio degli ormoni che favoriscono il desiderio di cibo.
- Per questo chi dorme male ha più fame, tende a ingrassare di più ed è più a rischio di sviluppare diabete, ipertensione, colesterolo alto e patologie cardiovascolari.
Fonte: un Servizio di Chiara Di Paola, con la consulenza del dottor Claudio Tomella, specialista in scienze dell’Alimentazione, nutrizione, medicina anti-aging, ospedale Sacco (Milano) – tratto da Viversani e Belli, 19/07/20
Fonte immagine: https://www.abc.net.au/news/health/2018-09-26/intermittent-fasting-what-does-science-have-to-say/10287376