Per produrre la quantità necessaria di vitamina D al nostro organismo sono sufficienti 15 minuti, al giorno, di esposizione alla luce del sole.
- La vitamina D favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso: recentemente, in conseguenza dell’allungamento della vita media e della scarsa abitudine degli anziani ad esporsi al sole, la prevalenza di carenza di adeguati livelli di vitamina D nel sangue, ha portato ad un aumento dei casi di fratture ossee, con conseguenti effetti negativi sulla salute e sulla qualità di vita di molti anziani.
Gli adulti con deficit severo di vitamina D perdono il contenuto minerale osseo e avvertono dolore alle ossa, debolezza muscolare; alle radiografie si evidenzia osteomalacia (ovvero, fragilità ossea).
L’osteomalacia può essere riscontrata tra i pazienti anziani con diete carenti di vitamina D, soggetti con ridotto assorbimento di vitamina d per chirurgia gastrica o intestinale, pazienti con malattia ossea alluminio-indotta, con malattie del fegato o dei reni (ad esempio i pazienti dializzati).
Il trattamento per l’osteomalacia dipende dalla causa sottostante alla malattia e, spesso, include l’integrazione di vitamina D, gli agenti leganti il fosfato e supplementi di calcio per la prevenzione, ma possono rendersi necessarie terapie farmacologiche, fisiche o riabilitative per il controllo del dolore o un intervento chirurgico ortopedico.
- Tra gli alimenti più utili alla formazione di vitamina D ci sono alcuni tipi di pesce: aringa, sgombro, sardine; l’olio di fegato di merluzzo, il burro, i formaggi grassi e le uova.
Per il nostro metabolismo osteoarticolare la vitamina D è senza dubbio fondamentale, ma contribuisce anche al benessere e al corretto funzionamento del cervello e del cuore (persino l’umore è ad essa collegato: la vitamina D, infatti, stimola la produzione di serotonina, l’ormone della felicità).
Studi recenti segnalano che le vitamine del gruppo D possono ridurre l’insorgenza di malattie autoimmuni: quando i livelli di vitamina D nel sangue sono troppo bassi, infatti, è più probabile che ci si imbatta in patologie come l’artrite reumatoide, il Lupus e il diabete di tipo 1.
- Il 21 febbraio 2011 è stato pubblicato uno studio nel quale i ricercatori hanno riferito che i normali livelli di vitamina D nel sangue, possono prevenire o ridurre sensibilmente, l’incidenza del cancro al seno, del cancro del colon, la sclerosi multipla.
E’ emerso che è necessaria l’assunzione quotidiana di vitamina D da parte degli adulti di 4.000-8.000 UI per ridurre di circa la metà il rischio delle suddette malattie. Ciò che possiamo iniziare a fare è cercare di esporci al sole anche durante i mesi invernali, di curare l’alimentazione, in modo equilibrato e privilegiando quegli alimenti che contengono vitamina D in abbondanza, oltre alla pratica di una piacevole attività fisica.
Sintesi dell’articolo del dottor Dominga Salerno (geriatra) – fonte Verde Età, n° 57/2016
La redazione di Bellezza & Benessere consiglia il libro: I Poteri Curativi della Vitamina D