Nella medicina ayurvedica esiste una pratica, cosiddetta Rasa shastra, che permette di aggiungere metalli pesanti ai composti farmaceutici. E questa categoria di medicinali negli ultimi vent’anni è stata oggetto di studi che ne hanno messo in evidenza la natura tossica.
Una ricerca pubblicata nel 2004 dalla rivista Journal of the American Medical Association, ad esempio, ha esaminato 70 prodotti ayurvedici fabbricati nell’Asia meridionale e venduti nei supermercati di Boston, negli Usa, dimostrando che circa il 20% dei prodotti contenevano dosi di piombo, mercurio e/o arsenico.
Allo stesso modo, un lavoro del 2008 divulgato su Jama aveva messo in luce come buona parte dei medicinali ayurvedici, sia quelli fabbricati negli Stati Uniti sia quelli prodotti in India acquistati via Internet, contenevano piombo, mercurio o arsenico in concentrazioni di gran lunga superiori alla soglia quotidiana di assunzione ritenuta tossica.
«Questo tipo di medicinali è venduto in India dietro prescrizione medica per specifiche patologie perché sono considerati farmaci molto potenti.
Tanto più un farmaco è efficace, tanto più possiede una tossicità intrinseca e in questo senso la tossicità dei farmaci chimici convenzionali è molto più elevata di quelli ayurvedici.
Negli ultimi 50 anni si è registrata in Europa solo qualche decina di casi di intossicazione da metalli pesanti dovuta a farmaci ayurvedici (derivati da prodotti preparati impropriamente o erroneamente prescritti o assunti in modo autonomo e sconsiderato), mentre solo in America ci sono oltre centomila decessi l’anno per effetti iatrogeni, cioè prodotti dall’uso dei normali farmaci».
Per quanto riguarda la situazione italiana, una conferma della non pericolosità dei trattamenti ayurvedici in commercio arriva da un report pubblicato nel 2004 dall’Istituto superiore di sanità, che ha analizzato 39 preparati erboristici di due aziende indiane presenti sul nostro mercato, Himalaya e Ayurveda Maharishi.
Controllati pesticidi, residui di ceneri, presenza di metalli pesanti e di microbi, l’Iss ha concluso: «In riferimento ai risultati ottenuti e in condizione di normale utilizzazione, i campioni di preparazioni erboristiche esaminate non hanno evidenziato, sia dal punto di vista della contaminazione chimica (presenza di metalli, presenza di pesticidi) che microbiologica, situazioni di potenziale pericolo per il consumatore»,
Fonte: “Ayurveda: dubbi sulla tossicità dei fitoterapici!” è un estratto da un bel servizio di Giulia Masoero Regis, tratto da Ok Salute e Benessere, gennaio 2020
Fonte immagine: Ayurveda e metalli pesanti – Terra Nuova
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