«L’autismo si esprime spesso tramite comportamenti bizzarri, come atteggiamenti aggressivi o con stereotipie, ovvero movimenti ripetitivi (come lo sfarfallamento delle mani, il dondolio, il far ruotare gli oggetti….). E ancora.
Nel caso di stimoli ambientali percepiti come pericolosi, come suoni forti o luci intense, il bambino può assumere comportamenti particolari come coprirsi le orecchie o gli occhi, iniziare a ruotare o darsi alla fuga, per allontanarsi dallo stimolo.
- Anche se parla, il bambino autistico può avere caratteristiche particolari di tonalità della voce e di ripetitività: spesso la tonalità è di tipo metallico (come se parlasse qualcun altro al posto suo) e il racconto è in terza persona (“lui vuole” invece di “io voglio”).
Inoltre, tende a ripetere esattamente le parole dette dall’adulto, anziché rispondergli, perciò non può esserci dialogo.
- A un autistico risulta difficile relazionarsi affettivamente con altre persone, per cui anche un abbraccio può essere difficile, se non impossibile. Egli non è in grado di adattarsi a situazioni nuove o ha bisogno di tempi lunghissimi per farlo.
Le novità non sono accettate perché rompono i vecchi schemi: il bambino si trova senza punti di riferimento ed è costretto a sperimentare un forte senso di ansia, se non di angoscia.
Per esempio: se si cambia improvvisamente programma (si torna indietro perché si è dimenticato qualcosa) o si modifica un progetto (si cambia strada perché c’è traffico) o si introduce qualcosa di nuovo nell’abbigliamento, nell’alimentazione o altro…..».
Fonte: tratto da un’intervista di Cristina Mazzantini al Dottor Federico Bianchi di Castelbianco, Psicologo e Psicoterapeuta dell’Età Evolutiva e Direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma – Vero Salute, marzo 2016
La redazione di Bellezza & Benessere consiglia il libro: Il processo grafico del bambino autistico – di Federico Bianchi, Magda Di Renzo, Chiara Marini