Artrite Reumatoide: una malattia che non risparmia giovani e sportivi!
L’artrite reumatoide è una malattia immuno-infiammatoria cronica, la cui origine è sconosciuta, anche se fattori genetici e ambientali ne condizionano l’insorgenza. L’età tipica di esordio è intorno ai 35-40 anni e le donne sono più colpite, con un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini.
Non risparmia i giovani e neppure gli sportivi, come testimonia il caso di Caroline Wozniacki.
Artrite reumatoide (video)
SINTOMI
Normalmente il paziente si accorge che qualcosa non va perché prova forti dolori alle articolazioni:
- spesso sono le mani le prime a essere colpite, oppure le ginocchia. utile anche il cortisone, ma se poi compaiono rigonfiamenti in corrispondenza di alcune dita, se la mattina si avverte un senso di rigidità anche per oltre mezz’ora, se persistono stanchezza e malessere, è il caso di valutare l’ipotesi di artrite reumatoide e fare gli opportuni accertamenti.
DIAGNOSI
Si comincia dagli esami del sangue, valutando la velocità di sedimentazione, la proteina C reattiva, la ricerca del fattore reumatoide e gli anticorpi anti-ccp (anti peptide ciclico citrullinato).
Nelle fasi iniziali la radiografia non è molto utile, è molto meglio sottoporsi a ecografia articolare che riesce a mettere in evidenza la condizione infiammatoria.
- La possibilità di fare una diagnosi precoce è molto scarsa, i primi sintomi si possono facilmente confondere con un inizio di artrosi, spesso, i pazienti stessi sottovalutano questi dolori, attribuendoli ad altri fattori come lo stress e la stanchezza. Purtroppo, però, quanto più l’intervento è tardivo, tanto più alta è la possibilità che si verifichino danni all’articolazione, che poi sono molto difficili da trattare.
TERAPIE
L’artrite reumatoide non è curabile, ma nelle forme lievi va trattata con farmaci antinfiammatori. Può essere utile anche il cortisone, ma se la situazione non è sotto controllo o, peggio, si è estesa, bisogna intraprendere rapidamente una terapia con i cosiddetti farmaci di fondo o modificatori della malattia.
- Possono essere farmaci biotecnologici o un gruppo di medicine molto efficaci, chiamate piccole molecole, che agiscono e neutralizzano bersagli specifici, alcuni fuori dalla cellula, altri all’interno.
Talvolta vanno somministrate in ambulatorio per via endovenosa. I pazienti possono attraversare fasi di remissione e momenti in cui si ripresentano i sintomi. Ecco perché vanno controllati ogni 3-6 mesi, così si può stabilire se la malattia è in remissione, e si possono ridurre o cambiare farmaci.
Articolo costruito con l’uso di più fonti:
- il video è tratto dal canale Youtube del Professor Giovanni Minisola.
- l’articolo, sempre del Professor Giovanni Minisola, Presidente emerito della Società Italiana di Reumatologia e primario emerito di reumatologia dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma.
- La foto è tratta da: wikimedia
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