Meno vitamina D, più rischio di demenza senile. “Jama Neurology” pubblica nuovi dati a sostegno di questa equazione, in cui la carenza della vitamina sarebbe associata a un più rapido declino delle funzioni cognitive.
- I ricercatori dell’Università della California di Davis e della Rutgers University (Usa) hanno seguito per circa cinque anni oltre 380 persone con era media di 75 anni e mezzo: all’inizio dello studio, il 17,5 per cento presentava sintomi di demenza senile e il 32,7 per cento un deterioramento cognitivo lieve.
A tutti sono stati misurati i livelli di vitamina D nel sangue, che hanno rivelato una carenza o insufficienza in oltre la metà dei casi. Durante il periodo di osservazione il peggioramento della memoria episodica (quella che riguarda gli eventi che ci accadono e la loro sequenza temporale) è stato molto più veloce nelle persone con bassi livelli di vitamina D che negli altri.
La carenza di vitamina D è molto frequente nella popolazione anziana, ma è anche un fattore su cui si può intervenire. Serviranno però degli studi clinici per chiarire se gli integratori possano realmente essere efficaci nel rallentare la perdita di memoria e il declino cognitivo.
Fonte: un articolo di Tiziana Moriconi – tratto da L’Espresso, 29/10/15