Per alimentazione sana – e su questo la scienza non ha alcun dubbio – s’intende la dieta mediterranea. «Un recente studio scozzese», ricorda Mario Zappia, segretario della Società italiana di neurologia (Sin), professore ordinario di neurologia all’Università di Catania e direttore della clinica neurologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, «ha riportato che soggetti anziani con bassa aderenza a una dieta mediterranea avevano una maggiore velocità di comparsa di atrofia cerebrale; uno studio americano ha evidenziato una riduzione del rischio di sviluppare Alzheimer pari al 40% in chi seguiva strettamente un’alimentazione di tipo mediterraneo».
Quest’ultima, infatti, è fonte di due tipi di molecole benefiche.
1. Gli acidi grassi insaturi, divisi in monoinsaturi (Omega 9) e polinsaturi (Omega 3 e Omega 6), «che», entra nel merito Tabaton, «aumentano la fluidità della membrana dei neuroni e diminuiscono la produzione delle beta-amiloidi». Sono contenuti prevalentemente in pesce, olio extravergine di oliva (con quello di colza come alternativa), mandorle, noci, arachidi, avocado.
«Per mantenere un livello adeguato di Omega 3», consiglia il citato libro, «è sufficiente consumare due pasti a base di pesci grassi a settimana e una fonte vegetale di questi elementi polinsaturi», per esempio «aggiungendo semi di lino macinati ai cereali della colazione, o in alternativa condirvi l’insalata».
2. Gli antiossidanti, soprattutto le vitamine E e C e i polifenoli, utili a contrastare lo stress ossidativo, «cioè», prosegue lo specialista, «la formazione di radicali liberi che alterano in modo irreversibile tutti i componenti della cellula (proteine, lipidi e Dna)».
Ne sono ricchi gli alimenti di origine vegetale: Tabaton suggerisce di «consumare almeno due porzioni di frutta e verdura a ogni pasto, e altre due come spuntino», puntando molto sulla varietà, facilmente ottenibile scegliendo ogni volta «almeno una verdura o un frutto di colore diverso».
Fonte: estratto da un bel servizio di Marco Ronchetto su Ok Salute e Benessere, ott. 2019
Fonte immagine: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/alzheimer-la-dopamina-e-una-delle-possibili-cause