Contrariamente a quanto si crede, non sono i “piumini” dei pioppi la causa della nostra allergia. Responsabili della rinite e della congiuntivite allergica sono soprattutto i pollini; minuscoli granellini, invisibili a occhio nudo, che vengono liberati dalle piante e trasportati dal vento, presenti nell’aria in grande quantità da metà marzo a metà giugno.
- Quelli più frequentemente implicati nelle manifestazioni allergiche primaverili sono quelli di graminacee selvatiche (gramigna, loglio, erba cordolina o “coda di topo”), mentre le graminacee coltivate come frumento, segale e orzo raramente provocano problemi respiratori.
Pollini allergizzanti vengono prodotti anche da alberi come l’olivo, il faggio, l’ontano, la betulla, il nocciolo e il cipresso e da piante come la parietaria, l’artemisia, l’ambrosia e la piantaggine. I sintomi sono tanto più intensi quanto più elevata è la concentrazione del polline nell’aria.
La primavera, perciò, è il periodo in cui le allergie si manifestano con maggior frequenza: il clima asciutto e ventoso è una condizione meteorologica favorente, mentre la pioggia con la sua azione di “lavaggio” dell’atmosfera, trasporta i pollini al suolo e in genere induce un miglioramento dei sintomi.
Fonte: tratto da un servizio di Giulio Serri su Più Sani Più Belli, aprile 2017, con la consulenza del prof. Giorgio Ciprandi, specialista in allergologia